Curcuma, pepe, vaniglia, chiodi di garofano, noce moscata, cannella e zafferano, sono solo alcune delle spezie inebrianti e talmente profumate da riempirti l’olfatto, presenti sulla bellissima isola di Zanzibar.
E di tutte le centinaia di spezie toccate ed annusate, è lo zenzero quella che oggi ricordo con maggior nostalgia. Sarà che durante le feste appena passate lo abbiamo utilizzato un po’ ovunque, sarà che le sue qualità benefiche, depurative e guaritrici nell’ultimo decennio lo hanno reso famoso , sarà che il suo sapore inconfondibile mi rende particolarmente felice, ma ogni volta che lo sento nell’aria o miscelato in qualche ricetta, non posso fare a meno di ripensare al mio viaggio nella generosa e festosa terra zanzibarina.
Difficile dire se il Nord sia più bello del Sud o viceversa. Ovunque troverai spiagge degne di una sosta, meritevoli di infinite passeggiate, lambite da un mare dai colori dirompenti e stravolgenti che si intensificano man mano che la marea s’innalza, fino a trasformarsi in un profondo blu.
Una nuvola di risate ti accoglie già dall’aeroporto e ti invita ad entrare nel clima spensierato e leggero della sua gente, un mix di cultura indiana, persiana ed araba. Una volta Zanzibar era una colonia del Sultanato dell’Oman di cui conserva ancora un’elegante architettura impreziosita da elementi decorativi moreschi visibili soprattutto nella sua meravigliosa capitale Stone Town, dichiarata patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. L’interno dell’isola è verdissimo grazie alla foresta pluviale ma anche alle coltivazioni agricole ed alla produzione di spezie la cui esportazione ne fa tra i primi produttori a livello mondiale e che rappresenta insieme al turismo, una fonte di ricchezza e sostentamento per l’intero paese.
Piove principalmente da fine marzo a giugno ma la temperatura è sempre e comunque gradevole durante tutto l’anno essendo Zanzibar prossima all’equatore il che significa inoltre spostare le lancette dell’orologio in avanti di sole 2 ore: una goduria per chi come me, soffre da matti il jet lag!
Zanzibar rappresenta oggi un’icona della vacanza balneare perfetta: una meta azzeccatissima ed indimenticabile per i viaggi di nozze, una fuga dal mondo ad un prezzo più che ragionevole per chiunque, un paradiso di luce ed esplosioni di tinte per gli amanti della natura, un “cult” per chi affezionato al medesimo posto ritrova anno dopo anno la stessa ospitalità condita con un’elevata gamma di comfort alberghieri, una destinazione sicura e ideale nell’Oceano Indiano dove soggiornare con la propria famiglia.
In lontananza una sfilata di palme ondeggiava sincronica come se il vento suonasse una melodia, mentre mano nella mano, io e la mia bambina, passeggiavamo sul letto di un mare che pigro desisteva a tornare. Quanti tesori trovammo sulla spiaggia: frammenti di corallo, conchiglie dalle forme insospettabili, ciuffi di alghe variopinte, qualche paguro che si trascinava dietro la propria casa, lesti granchietti che sorpresi dalle nostre ombre cercavano rifugio nella direzione opposta.
E quando poi il mare finalmente si decise a debuttare mi sedetti a gambe incrociate nell’acqua calda e cristallina, mia figlia rannicchiata sulle mie ginocchia, la sua testolina appoggiata sul mio cuore. Non facevo a tempo a cullarla con la mia voce che già si era assopita, beata e serena in un sonno consolatore, come se ancora vivesse, al sicuro, dentro il grembo della sua mamma …