Racconti di viaggio

Isole Similan, l’ultimo paradiso

Conoscono tutti le Phi Phi Island e Koh Samui, ma la Thailandia è un paradiso di isole – grandi o piccole – che galleggiano sull’azzurro trasparente dell’oceano, da scoprire con spirito pionieristico (ma senza rinunciare ai comfort), lontani dalle mete popolari e dall’overtourism. Le più “speciali” sono al largo della costa occidentale, nel paradiso liquido del Mare delle Andamane, e sono un parco nazionale marino che verrà presto dichiarato patrimonio Unesco. Parliamo delle Similan, che in lingua locale Yawi significa “nove”, dal numero e il nome delle isole di granito allineate proprio in senso numerico da nord a sud, circondate da un’acqua limpidissima e orlate da spiagge color borotalco. Il paradiso in terra, o quasi.

Per raggiungere le Similan non esistono traghetti pubblici. Bisogna prendere un motoscafo o una barca veloce dalla vicina Khao Lak, località poetica dove I Grandi Viaggi ha diverse strutture (vedi in fondo all’articolo), e lasciarsi rapire per tutto il tragitto dalla bellezza del paesaggio. Mare a perdita d’occhio, cielo infinito, e finalmente la catena di scogli granitici dove a tutela dell’habitat naturale non si può dormire (tranne che a Koh Miang, la numero quattro, dotata di spartani bungalow in bambù, e a Koh Similan, la numero otto, attrezzata con qualche tenda). In compenso è possibile nuotare lungo una delle barriere coralline più spettacolari del pianeta, in acque brulicanti di vita.

È la bellezza della semplicità: una cartolina tropicale dove il mare declina in tutte le sfumature dell’azzurro, che il National Geographic considera fra i dieci migliori posti al mondo per le immersioni. Si nuota a profondità variabile lungo il reef in technicolor composto da 200 specie di coralli e in compagnia di molte varietà di pesci: nuvole di glass fish insieme a pesci pappagallo, murene, pesci farfalla e bandiera, razze, pesci gatto e chitarra, tonni e carangidi. Ma anche polpi, gigantesche cernie rosse, stelle marine e talvolta, fra marzo e aprile, le mante e gli squali balena. Sempre per i sub, consigliata la sosta all’Elephant Head Rock: una formazione rocciosa che ricorda la testa di un elefante, dove le correnti gonfiano le foreste di coralli molli, generando effetti cinetici dalle tinte vivaci. Qui le gorgonie raggiungono proporzioni XL, e sono talmente maestose e numerose da poterci nuotare in mezzo.

Le Similan sono l’arcipelago perfetto per fare island hopping. La barca scivola leggera fra le isole consentendo ai passeggeri di tuffarsi negli spot più spettacolari, e una volta sbarcati si cammina sulla sabbia impalpabile di queste perle coralline che di recente sono cresciute di numero, passando da nove a undici, in seguito all’inclusione nell’area protetta di Koh Bon e Koh Tachai. Normalmente le tappe dove sbarcare sono Koh Miang, la numero quattro, l’isola più grande, Koh Similan (numero otto) e Koh Tachai, la più popolare per via della sabbia soffice. La “1”, la “2” e la “3” possiamo solo immaginarle o contemplarle dal mare: per tutelare le tartarughe che vi depongono le uova, ai turisti è vietato l’ingresso.

Per via dei monsoni, e per proteggere il delicato ecosistema dell’arcipelago, il Parco Nazionale delle Isole Similan è chiuso alle visite da maggio a novembre. Si può invece fare tappa tutto l’anno a Khao Lak, la località costiera più vicina alla Similan, con alloggi e resort di standard occidentale immersi nella poesia della vegetazione. Qui, i Grandi Viaggi propone due soluzioni: l’Eden Beach Khao Lak, Spa-resort a cinque stelle sulla spiaggia e sul mare, dove le 208 camere realizzate con materiali naturali (alcune con piscina), sono l’emblema del lusso discreto. Oppure il Khao Lak Merlin, quattro stelle superior in collina ma con accesso diretto alla spiaggia, con le camere in stile tradizionale tailandese immerse in un giardino tropicale che ti culla con la colonna sonora delle cascatelle nascoste dalla vegetazione.

Per informazioni: www.igrandiviaggi.it/thailandia/khao-lak.cfm?viaggi