In Uganda nello stesso puoi giorno puoi incontrare i leoni, avvistare gli ippopotami e fotografare gli scimpanzé. In questo Paese dell’Africa orientale la varietà degli animali è il preludio alle molte scoperte che si possono fare durante un viaggio in 4×4, fra montagne (spettacolari quelle del Ruwenzori), savane e un lago che solo a pronunciarne il nome sa di mito e di leggenda: il Lago Vittoria.
La prima tappa, per tutti, è la capitale Kampala, punto di partenza per il Murchison Falls National Park. Il più vasto parco nazionale dell’Uganda, da nord a sud mette in scena una varietà incredibile di paesaggi, dalla savana di acacie alla foresta pluviale. Si va lì per catturare i contrasti e la potenza della natura: con un salto di 43 metri, le cascate formate dal Nilo Bianco sono una colonna sonora più forte di qualunque rumore, gli spruzzi creano arcobaleni nebulizzati e non lontano gli ippopotami guardano placidi i turisti che, a piedi fino al Top of the Falls (la sommità delle cascate), oppure in barca lungo il fiume, si sono avventurati nell’eden tropicale nel quale loro vivono da sempre, in compagnia di bufali, coccodrilli e molti altri animali.
On the road, a bordo di un 4×4 si raggiunge la Riserva di Ziwa, istituita nel 1997 per la reintroduzione in Uganda del rinoceronte bianco, a rischio di estinzione. Grazie a questo esempio di sensibilità e successo, oggi la popolazione dei rinoceronti è in crescita i ranger possono organizzate escursioni guidate per consentire ai turisti di avvicinare gli animali nel loro ambiente naturale. La tappa successiva, la Foresta di Budongo, si annuncia con il tipico paesaggio verde dell’Africa dopo la pioggia. È una delle ultime, grandi foreste primarie del continente, e oltre a molte specie di flora e fauna ospita numerosi scimpanzé che qui, come in altri Paesi africani, beneficiano degli effetti del lavoro dell’Istituto Internazionale Jane Goodall: un’organizzazione che opera su scala mondiale, fondata dalla primatologa, etologa e antropologa britannica che da sessant’anni lotta per la loro salvaguardia.
Le scimmie, soprattutto scimpanzé e diversi esemplari di Mangani, si incontrano anche nella Riserva di Bugoma, dopo una camminata naturalistica lungo i sentieri ben tracciati nella vegetazione. L’Uganda, del resto, è davvero la casa dei primati: un paradiso dalla forza primordiale, una gigantesca Arca di Noè africana, anzi, “La perla dell’Africa”, come l’aveva definita Winston Churchill. Lasciata la riserva, durante il viaggio sfilano il Lago Alberto (il settimo più grande del continente) e la depressione profonda della Rift Valley, la catena dei Monti Ruwenzori e cittadine come Kasese con il suo pittoresco carico di umanità, ai confini dell’ennesima magia: il Parco Nazionale Queen Elizabeth, istituito nel 1952 su una superficie di 1978 kmq e intitolato alla regina Elisabetta II d’Inghilterra.
Secondo del Paese per dimensioni, il Parco Queen Elizabeth è la casa di centinaia di specie di uccelli e 95 tipi di mammiferi, dai leoni appostati sui rami per sfuggire al sole nelle ore più calde ai leopardi, le mandrie di elefanti, i bufali, la iena maculata e i kob dell’Uganda. La prossima tappa ha il sapore del mito: è la Foresta di Bwindi, un altipiano montuoso e spesso impenetrabile, protetto dall’Unesco, che si eleva fino a un’altitudine di 2300 metri. Per visitarlo ci si sposta a piedi, al mattino presto, in piccoli gruppi che si muovono in silenzio. Finché le guide fanno un cenno ed eccoli, proprio lì davanti: i gorilla di montagna.
L’incontro con questi giganti capaci di raggiungere i 200 chili di peso, avviene a pochi metri di distanza: sono animali maestosi, regali, ipnotici, gli occhi color mogano affondati nella pelliccia corvina comunicano qualcosa di ancestrale che ti proietta in una dimensione emotiva e sensoriale difficile da dimenticare. Fino a non molto tempo fa erano considerati una specie a rischio, ma grazie alla collaborazione tra la Foresta di Bwindi e la vicina Riserva Naturale di Sarambwe, nella Repubblica Democratica del Congo, oggi la popolazione è tornata a crescere: le recenti stime parlano di 459 individui, rispetto ai 400 esemplari di una decina di anni fa.
Sull’incontro con i primati sono stati scritti molti libri, e anche il cinema ha fatto la sua parte. Gorilla nella nebbia, di Michael Apted, racconta le atmosfere della foresta ugandese e la storia di Dian Fossey, la ricercatrice che negli anni Ottanta arrivò in Africa dagli Stati Uniti per studiare i comportamenti dei gorilla di montagna (ruolo interpretato nel film da Sigourney Weaver). Ispirato al romanzo Burton and Speke di William Harrison, Le montagne della luna, diretto da Bob Rafelson, è invece la storia dei due esploratori che nel 1857 scoprirono le sorgenti del Nilo, il grande fiume che prima di terminare la sua corsa nel Mar Mediterraneo il attraversa sette Paesi africani, Uganda compreso. Da vedere prima o dopo il viaggio, o entrambe le cose.
Pillole
I mesi migliori per un viaggio in Uganda sono quelli della stagione secca, da dicembre a febbraio e da giugno a settembre.
Una proposta di viaggio ispirata all’articolo è il tour di 9 giorni/8 notti Panorama dell’Uganda.