Ha un volto barocco, ma la sua anima è molto più antica. E al fascino opulento delle architetture (sacre e profane) affianca un litorale da Guinness, dove le spiagge sono solo uno dei molti incanti. Per chi sogna di andarci presto, in primavera o magari verso l’estate, ecco le cose da vedere, da fare, da non perdere, in città e nei dintorni.
ARCHEOTOUR
A solo un’ora di macchina dall’IGV Club Marispica, allungato sulla spiaggia e premiato agli ultimi Travellers’ Choice di Tripadvisor, c’è uno strepitoso spaccato di mondo antico. Le testimonianze della Magna Grecia a Siracusa sono imponenti, tanto che anche architetture più recenti, come per esempio il Duomo in stile tardo barocco, conservano nelle loro viscere tracce palpabili d’archeologia. Altri testimoni dell’antichità vanno in scena a un passo dai banchi del mercato giornaliero, frutta e verdura accanto ai resti del Tempio di Apollo, oppure nelle sale del Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi: moderne e piene di luce, sono la casa di opere – dalla preistoria all’epoca paleocristiana – che hanno fatto la storia dell’isola.
Poi c’è la superstar assoluta, il Parco Archeologico della Neapolis: un’area calcarica dove i monumenti sono affiancati da cave dal nome suggestivo (come Orecchio di Dioniso) e quel Teatro Greco scolpito nella pietra, che quando il Covid rallenterà tornerà ad essere il palcoscenico estivo per le rappresentazioni di tragedie classiche.
L’APOTEOSI BAROCCA
Non poteva che essere patrimonio Unesco, l’isola di Ortigia. È la parte più suggestiva di Siracusa, un dedalo di vie abbracciate dal mare e illuminate dal sole, raggruppate attorno all’incantevole piazza dove svetta il già citato Duomo tardo barocco. Percorretele, quelle stradine di pietra chiara, e scoprirete la Fonte Aretusa, il Castello di Maniace, testimonianza del periodo Svevo, una teoria di chiese e palazzi dalle facciate ricamate che ti parlano dritto al cuore, mescolando storia e arte, tragedie e incanti pittorici. Nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia, un dipinto di Caravaggio illustra per esempio il seppellimento di Santa Lucia, patrona della città; Palazzo Bellomo custodisce un capolavoro di Antonello da Messina; il Museo del Papiro Corrado Basile rivela gli antichi segreti della carta ante-litteram ricavata dall’omonima pianta acquatica. Tanti capolavori, anche troppi, su una superficie che supera di poco il chilometro quadrato. Poi, calato il sole, tocca a ristoranti e cocktail bar, con i tavoli nelle piazzette, lungo le vie o a un passo dall’acqua: da Area M a Cortile Verga, tanto per citarne alcuni.
DOVE LA NATURA È PROTETTA
A sud della città, la Penisola del Plemmirio (o della Maddalena) è un’area marina protetta che abbraccia 14 chilometri di costa. Fondali bassi che ti consentono di camminare fra spugne e posidonie, belle passeggiate fra i profumi della macchia mediterranea e una vista invidiabile su Ortigia, cantata anche da Virgilio nell’Eneide («Giace della Sicania al golfo avanti un’isoletta che a Plemmirio ondoso è posta incontro, e dagli antichi è detta per nome Ortigia…»). Più avanti, la Riserva naturale di Vendicari è forse il più bel regalo del viaggio: i percorsi trekking fra spiagge, tonnare, torri sveve, necropoli bizantine, incantano anche gli appassionati di birdwatching che qui incrociano, armati di binocoli, le migrazioni di numerose specie di volatili. Ogni mese ha i suoi protagonisti: in luglio c’è il passaggio di Fratini e Gabbiani Rosei, in agosto arrivano Aironi Cenerini, Garzette, le rarissime Spatole e qualche cicogna.
SPIAGGE BIANCHE & NERE
Nei dintorni di Siracusa, la costa modellata dal mare e dal vento si srotola fra scogli, falesie e candide mezzelune dall’effetto-borotalco. Dal Plemmirio all’oasi di Vendicari, da Capo Passero all’isola delle Correnti, il punto più a sud di tutta la Sicilia (incrocio fra le acque dello Ionio e il Mediterraneo), è un susseguirsi di lunghe spiagge di sabbia impalpabile come Fontane Bianche (il cui nome deriva dalle sorgenti d’acqua dolce), della Marchesa (con il plus dei fondali bassi e la sabbia accecante), Carratois-Punto Rio, palcoscenico naturale per ammirare il tramonto sul Canale di Sicilia. Se invece da Siracusa puntate verso nord, in direzione Catania, il litorale regala altri scenari. Protagonista è sempre il mare, con le sfumature che dall’azzurro virano al cobalto, ma all’orizzonte comincia a delinearsi il richiamo ipnotico dell’Etna. Per cambiare nuance cromatica potete stendere l’asciugamano sulla spiaggia nera di Agnone, abbracciata dagli eucalipti e con una vista a perdita d’occhio sulla costa, vulcano compreso.