Racconti di viaggio

Sicilia, Barocco Tour

«L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine alcuna nello spirito. Qui è la chiave di ogni cosa», scriveva Goethe, di passaggio sull’isola durante il suo Viaggio in Italia. Terra intensa, densa di suggestioni, la più grande isola del Mediterraneo. Da scoprire con tutti i cinque sensi, toccando la sabbia, respirando i profumi, gustando il cioccolato, ascoltando la brezza che soffia dal mare. Lo sguardo intanto corre libero: si sofferma sui tramonti e gli ulivi, le colline e quel tesoro monumentale unico al mondo che qui, in Val di Noto, è declinato in riccioli e volute, pietre scolpite e palazzi che sembrano un inno alla grandeur umana. Sono i gioielli di pietra del Barocco siciliano, che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio mondiale dell’umanità.

A colpi di restauro, nella Sicilia Felix ogni anno rinasce qualcosa: una chiesa, una fontana, una piazza. Questo patrimonio vastissimo regala l’incontro con l’oro rosato della pietra calcarea, attraversa sale decorate o cantine barocche convertite in ristoranti di tendenza (per esempio Manna, nel cuore di Noto), ma è sulle facciate dei palazzi che la decorazione diventa tripudio e la storia artistica tocca il suo apice. L’itinerario ideale va da Noto a Scicli, da Modica a Ragusa: 70 chilometri di strada e centinaia di ispirazioni da immortalare con lo smartphone, in un’ubriacatura di suggestioni (e tappe gourmand) come raramente vi capiterà di trovare.

Cosa si vede a Noto? Moltissimo, perché questa cittadina poco lontana dal mare è il “giardino di pietra” del Barocco, come ci raccontano le architetture, allineate uno accanto all’altra, in corso Vittorio Emanuele: la Cattedrale che al tramonto si tinge di rosa, le Chiese di San Domenico e San Carlo al Corso oppure, in una traversa, i balconi decorati con putti, animali e grottesche, di Palazzo Nicolaci di Villadorata. Si dice che la bellezza sia contagiosa, così all’ombra di quei monumenti anche la pasticceria diventa una forma d’arte: provate le strepitose granite al bergamotto o alle mandorle del Caffè Sicilia, e capirete quante sfumature di gusto può avere un bicchiere di ghiaccio tritato.

In meno di 50 chilometri, una vallata incastonata tra le colline annuncia l’arrivo a Scicli, altro luogo da Sindrome di Stendhal, dove gli irriverenti mascheroni antropomorfi di Palazzo Beneventano, o la facciata-campanile della Chiesa di San Bartolomeo, sono solo alcune delle soste consigliate. In collina, gli Aromi Sicily della famiglia Russino offrono un percorso olfattivo-sensoriale che è già un punto di riferimento per gli amanti del buon cibo, ma anche nel centro storico c’è una sosta obbligata. È la Pasticceria Basile, regno delle teste di turco (bignè extralarge che ricordano i turbanti dei Saraceni) e di altri dolci tradizionali come Jadduzzi, Passavulanti, Mustazzola.

Da Scicli avete due possibilità: svoltare verso il mare in direzione Donnalucata e il borgo marinaro di Sampieri (bellissima la spiaggia), oppure proseguire verso l’interno e scoprire le altre meraviglie del Barocco-Tour. La prima è Modica, sorpresa di chiese e di chiostri arabo-normanni (per esempio Santa Maria del Gesù), con il Duomo di San Giorgio esaltato dalla scalinata scenografica, e l’elegante Corso Umberto dove un altro Duomo, quello di San Pietro, mette in scena l’incanto color ocra della pietra che diventa arte per opera dell’uomo. Soprannominata, non a caso, “città dalle cento chiese”, la terra del poeta Salvatore Quasimodo (in via Posterla si visita la sua casa natale) è un libro aperto sulla storia: basta voltare un angolo o alzare lo sguardo per fare un tuffo nel passato.

Ma Modica è anche la petit capitale del cioccolato, quello dolce e granuloso, dalla consistenza friabile, prodotto secondo un’antica ricetta maya qui tramandata di generazione in generazione. All’Antica Dolceria Bonajuto si effettua ancora la lavorazione a freddo del cacao, come 150 anni fa, mentre alla Dolceria Donna Elvira trovate la produzione “bean to bar”: dalla tostatura delle fave di cacao alla tavoletta.

L’ultima tappa dell’itinerario è una città “divisa” in due. Sull’altopiano c’è Ragusa superiore, in basso Ragusa Ibla, dove le testimonianze barocche disegnano uno skyline antico e potente che richiama turisti da tutto il mondo. In piazza Duomo, nell’epicentro della bellezza spicca un edificio neoclassico: è il Caffè dei Cavalieri, chiamato anche Circolo di Conversazione, dove gli aristocratici si incontravano senza mescolarsi con la gente comune. Se una volta entrati vi sembrerà di averlo già visto, avete ragione: è stato il set di alcune scene delle serie tv Il Commissario Montalbano.

Da lì si raggiunge tutto in un attimo: il Duomo di San Giorgio, Santa Maria delle Scale con l’imponente scalinata, Santa Maria delle Stelle con l’altare fatto di marmo policromo e lapislazzuli, il Giardino Ibleo per passeggiate fra le palme. Poco lontano, sulla costa sfilano ottimi ristoranti di mare e altri luoghi immortalati dalla fiction del Commissario Montalbano, finché il tramonto ricopre tutto con la sua tiepida coperta cromatica e si accende la notte.

A 20 km da Modica e meno di 40 da Ragusa, si entra in un’altra dimensione di vacanza. A Baia Samuele, fra i tratti più poetici della costa Iblea, l’IGV Club è il paradiso per gli amanti del mare. A ovest c’è Punta Sampieri, a est un’antica fornace ribattezzata Fornace Montalbano, e le camere (cottage, hotel e suite) sono avvolte dal verde della natura e l’azzurro del Mediterraneo. Bellissima la vicina spiaggia, con la sabbia finissima che per effetto del vento modella le dune, come in un piccolo Sahara siciliano. E mentre voi vi rilassate in riva al mare, o vi scatenate con il vostro sport preferito, ai bambini pensano gli animatori del club. Dalla nursery per neonati, allo young club per ragazzi dai 14 ai 17 anni, qui c’è un mondo pensato apposta per loro. Con giochi, escursioni guidate e corsi diving con tanto di brevetto.