Racconti di viaggio

Seychelles? No, Sardegna

Il nesso fra Giuseppe Garibaldi, la spiaggia rosa e i coralli? Per trovarlo dovete andare a La Maddalena, un arcipelago di 62 isolotti accarezzato da un mare da sogno, al largo della costa sarda nord-orientale. Il nostro IGV Club Santaclara si trova proprio lì, immerso in una baia circondata da un’esplosione di verde, di fronte alle isole. Che naturalmente fanno parte di un ricco programma di gite ed escursioni: under e overwater, in collaborazione con i migliori centri diving della zona.

A CASA DI GARIBALDI

Nella funambolica costellazione di rocce granitiche, piccole alture ricamate dai cespugli della macchia mediterranea abbracciano un mare con la trasparenza del vetro. Una cartolina che alla Maddalena si vede spesso visto, rimbalza di isola in isola, dalla più grande – che dà il nome all’arcipelago – a Caprera, la seconda per dimensione, dove la storia è passata con la forza di un ciclone. Il suo nome è legato a doppio filo a quello di Giuseppe Garibaldi, che nella sua casa tutta bianca all’interno di un parco, semplice e rustica come quelle che aveva conosciuto in Sud America, coltivava l’orto, il vigneto, il frutteto e progettava le più grandi imprese militari del Risorgimento italiano. Visitate tutto: l’abitazione con gli arredi, i cimeli, i ritratti di famiglia. Il giardino – nel circuito Giardini storici della Sardegna – dove svetta il pino di Clelia, piantato nel 1867 per la nascita dell’ultima figlia. Il sepolcro con la tomba in granito dove l’eroe è sepolto. Il Forte Arbuticci, dal 2012 memoriale Giuseppe Garibaldi e primo museo d’Italia interamente dedicato a una figura storica. Ma che figura! E che storia!

TOUR DELLE SPIAGGE

La Maddalena vanta un lungo elenco di “innamorati”: attori, registi, cantanti e un cospicuo numero di vip che in estate frequentano la vicina Costa Smeralda. Qui però il lusso ha altri nomi, altre sfumature di azzurro. La prima è il profilo frastagliato di un litorale che nasconde promontori meravigliosi e calette paradisiache come Cala Coticcio, una piscina naturale abbracciata da sabbia finissima e da una corona di scogli rosa, raggiungibile via mare o con un sentiero che mette a dura prova le gambe. Altri nomi da memorizzare sono la mezzaluna bianca di Cala Andreani, Cala Portese sulla punta di un istmo, Cala Garibaldi, con la sabbia color oro, dove l’eroe ormeggiava le sue barche. Sull’isola che dà il nome all’arcipelago (l’unica a essere abitata), le tappe sono Cala Spalmatore oppure il fiordo di Cala Francese, un mondo di rocce con un piccolo museo che racconta la storia dei cavatori di granito. Sull’isola di Spargi si fa tappa a Cala Corsara, “premiata” dalla rivista americana Forbes come una delle spiagge più belle d’Italia (c’è anche il relitto di una nave romana del II secolo a.C). E a Secca Washington si rimane incantati dai ventagli di gorgonie sotto la superficie di un mare azzurro e denso di vita.

LA SPIAGGIA ROSA DI BUDELLI

Gira e rigira, vogliono andare tutti lì. La celebre Spiaggia Rosa (il colore è reale, creato dai frammenti di polvere di granito, conchiglie e corallo) sull’isola di Budelli, però, è off-limits. Per tutelarne l’ecosistema, la navigazione e la balneazione sono vietate, dovrete accontentarvi di ammirarla dalle spiagge vicine in compagnia delle guide del Parco nazionale dell’arcipelago della Maddalena. In alternativa, cercate qualche documentario su Youtube o guardate il film Deserto Rosso diretto nel 1964 da Michelangelo Antonioni, che oltretutto è stato la sua prima pellicola a colori. Non sappiamo se la cromia della sabbia abbia inciso sulla decisone, ma il cinema ringrazia.

STINTINO, PROFONDO AZZURRO

Prima di andare, meglio informarsi se quest’estate sarà a numero chiuso. Non per il Covid, ma perché La Pelosa di Stintino, incanto accecante di sabbia bianchissima lambita da un mare declinato in ogni sfumatura di turchese, negli ultimi anni è stata al centro di un’importante operazione di protezione ambientale. Lontani i tempi in cui sulla battigia soffice come borotalco non si trovava neanche un centimetro libero per stendere l’asciugamano; oggi ha vinto la legge della tutela, stuoia sotto il telo da bagno, divieto di fumo, passerelle in legno per camminare senza catturare i preziosi granellini di sabbia e (forse) numero contingentato di bagnanti. Ma per salvaguardare il fragile ecosistema di questo eden caraibico guardato a vista dalla torre saracena del XV secolo (raggiungibile a piedi con la bassa marea), il sacrificio è più che accettabile.

IL PARCO DELL’ASINARA

Da Stintino, alle spalle della torre saracena si allunga un altro incanto di questo angolo di Sardegna. È l’isola dell’Asinara, 52 kmq di roccia e sabbia modellati dal vento e dalle maree, passata alle cronache per aver ospitato il carcere di massima sicurezza e oggi protetta prima con un decreto di vincolo paesaggistico, poi con l’istituzione del parco nazionale e dell’area marina. Visitarla (con operatori accreditati) è un’esperienza indimenticabile: si passa dal mare cristallino a una natura a effetti speciali, dove le colline tappezzate da cespugli e macchia mediterranea sono state colonizzate da mufloni, cavalli selvatici e i caratteristici asini dal manto bianco da cui prende il nome.