Negli anni Sessanta-Settanta era la meta dei figli dei fiori, poi è stato il boom dello yoga e della meditazione (sul tema ci hanno anche girato un film con Julia Roberts, Mangia, Prega, Ama) e di recente, nell’era del virus universale, c’e chi l‘ha eletta a perfetta meta dello smart working. Festeggiando il ritorno alla normalità, adesso è arrivato il momento, semplice e bellissimo, del viaggio per turismo. Che a Bali vuol dire soprattutto una cosa, anzi, due: una natura strepitosa e un mosaico di templi uno più bello dell’altro. Per la vacanza “solo-mare” c’è la vicina isola di Lombok, per un assaggio di sfavillante modernità si può fare tappa Singapore, che dall’Isola degli Dei dista meno di tre ore d’aereo.
BALI 1: DI TEMPIO IN TEMPIO
A Bali la spiritualità ha radici antiche. Mescola superstizioni animistiche con il culto degli antenati, rituali pacificanti e religione indù, che qui viene abbracciata dal 90% della popolazione. Le cerimonie più belle sono nei templi, ma accanto alle liturgie ufficiali c’è il pittoresco ritornello di offerte quotidiane davanti agli altari posizionati nei cortili delle case, lungo le strade, accanto ai mercati, perfino negli alberghi. Destinati ai parenti defunti e alle divinità, quei riti profumano d’incenso, di fiori color rosso acceso e di frutta appena raccolta.
Benvenuti sull’Isola degli Dei, paradiso vulcanico nell’arcipelago delle Piccole Isole della Sonda, pochi gradi a sud dell’equatore. Su una superficie appena più grande della Liguria, sono stati censiti circa 20.000 templi. Impossibile visitarli tutti, ma in fondo bastano i più belli: dal Pura Besakih sul versante occidentale del Monte Agung, a 900 metri di quota, che ogni 100 anni ospita la principale cerimonia dell’induismo balinese (Eka Dasa Rudra, per la purificazione dell’universo), al tempio di Mengwi circondato da suggestivi fossati d’acqua. Imperdibili il Pura Luhur Batukaru, sull’omonimo monte, e il tempio di Pura Ulun Danu Bratan che si specchia nelle acque del lago Bratan. Sul mare si ammirano invece i templi di Uluwatu e Tanah Lot, il più fotografato e instagrammato dell’isola.
BALI 2: NATURA & ARTIGIANATO
Il santuario sacro della foresta delle scimmie, casa di 700 macachi che si spartiscono il territorio. Le risaie di Jatiluwih, patrimonio Unesco, che dipingono il paesaggio come un quadro näif. E una vegetazione con tutte le sfumature del verde, allungata a perdita d’occhio. Il distretto di Ubud è un’area magica dove la spiritualità dell’isola si tramuta in inno alla natura. Nei resort la giornata comincia all’insegna dello yoga, poi passeggiando fra le vie della cittadina si scoprono ristoranti degni di una capitale europea (per esempio Locavore) e indirizzi di raffinatissimo artigianato, soprattutto legno e ceramiche. Consigliata la sosta da Gaya Ceramic and Design, sofisticato showroom di oggetti realizzati a mano nel laboratorio attiguo, aperto anni fa da una coppia italiana, Marcello Massoni e Michela Foppiani.
BALI 3: LA NUOVA META-MARE
Sulla punta meridionale dell’isola, la spiaggia di Jimbaran è lo spot di giovani australiani abbronzati che l’hanno eletta a paradiso della vacanza con la tavola da surf. Oltre alla tintarella e alle acrobazie sportive da onda lunga, troverete anche interessanti taverne di design dall’anima biologica, gli immancabili altari induisti e inaspettati concept store di capi d’abbigliamento alla moda. A credere in questa destinazione all’insegna della joie de vivre sono anche i grandi investitori internazionali, che qui stanno aprendo eleganti resort a cinque stelle, stretti nell’abbraccio dell’oceano e di prati bagnati di rugiada.
“QUATTRO PASSI” A SINGAPORE
Un po’ Oriente, un po’ Occidente. I templi cinesi accanto ai grattacieli, shopping center grandi come città, le storiche architetture coloniali convertite in ristoranti alla moda. La città-stato di Singapore è un concentrato di bellezza urbana che non manca di stupire con effetti speciali, dai celebri giardini botanici di 74 ettari visitabili gratuitamente in ogni giorno dell’anno, alle pittoresche case colorate lungo il fiume, fino all’iconica Marina Bay: una baia artificiale dove svettano le felci e orchidee dei Gardens by the Bay, a un passo dall’ArtScience Museum, tempio del sapere scientifico e di mostre d’arte, nella sua intrigante silhouette di petali di loto. C’è anche il Marina Bay Sands, un complesso di tre grattacieli che sostengono una terrazza a forma di nave, con tanto di piscina a sfioro sul tetto.
L’ESTENSIONE MARE
Se alle città preferite il mare, ma con la “M” maiuscola, dovete andare a Lombok: un’isola di spiagge coralline al largo di Bali (fra le più belle: Are Guling, Mawun Beach, Lancing Beach, Selanang Batang e Tanga Beach), bagnate da un mare limpido e trasparente e guardate a vista dagli oltre 3.700 metri del Rinjani, il secondo vulcano più alto di tutta l’Indonesia. All’insegna del total-relax anche la vacanza a Gili Trawangan e Gili Meno, due scogli paradisiaci a nord-ovest di Lombok e a due ore e mezzo di barca veloce da Bali. Lì gli indirizzi pieds dans l’eau sono Vila Ombak, con i bungalow nella vegetazione e sulla spiaggia, e il confortevole Mahamaya Boutique Resort, dove le camere regalano viste mozzafiato sull’oceano.
DA SAPERE
L’articolo si ispira a tre itinerari del catalogo Indonesia: Alla scoperta di Bali, focalizzato sulle bellezze dell’isola; Amazing Bali, con l’estensione del viaggio a Singapore; Discovering Bali, che abbina il soggiorno a Ubud all’estensione-mare sull’isola di Lombok e nel minuscolo arcipelago delle Gili, appena più a nord. Per altre informazioni sui resort: qui e qui.