Racconti di viaggio

Rio de Janeiro, tutti pazzi per il carnevale

Grattacieli e favelas, i cento volti di Copacabana, Ipanema, il Cristo Redentore, il Pan di Zucchero. Istantanee fotografiche di Rio de Janeiro che hanno fatto il giro del mondo. Ma se la scoperta della cidade maravilhosa regala emozioni in ogni momento dell’anno è adesso, durante il carnevale, che si respira l’apoteosi dell’energia e della felicità. Non a caso perfino i taxisti ti salutano con un cordiale vai com deus e l’attitudine al sorriso va di pari passo alla gioia di un passo di samba o l’entusiasmo dei tifosi di calcio per un gol al Maracanã.

Dal samba alle sfilate

Il samba sta a Rio come il tango sta a Buenos Aires. Solo che quell’ammiccare di anche i brasiliani lo imparano spontaneamente da bambini nelle favelas, in spiaggia, lungo le strade, guardando i grandi ballare: qualcuno studia passi codificati in accademie generiche di ballo ma scuole dedicate esclusivamente al samba no, non esistono. O meglio, ci sono, ma vengono destinate ad altro: costruiscono carri e costumi per il carnevale, che qui si comincia a preparare un anno prima, appena terminato quello precedente. Le scuole (in realtà, associazioni dei vari quartieri che danno vita a vere e proprie industrie dello spettacolo) disegnano maschere e cuciono tessuti in gran segreto, come da noi le case d’alta moda prima della fashion week, finché la fatidica data arriva e comincia lo show. Ecco, è allora che scatta la magia: un’allegria carioca che esplode in cinque giorni e cinque notti di autentica festa, un tuffo felice nel caos, l’apoteosi di una gioia collettiva che va in scena lungo le strade, in spiaggia, nelle piazze e – soprattutto – nel Sambodromo, il tempio del samba costruito dal celebre architetto brasiliano Oscar Niemeyer per accogliere il meglio delle performance.

L’apoteosi della festa

Durante il Carnaval (quest’anno, dall’1 al 5 marzo) le scuole di samba si esibiscono con grandi carri allegorici, ballerini –  chiamati passistas –  percussioni, costumi. Ma alla kermesse partecipano anche i turisti arrivati da tutto il mondo per assistere allo show più elettrizzante del pianeta: basta scegliere una scuola e un costume, e si è tutti parte dello spettacolo (li trovate anche nel sito del Carnevale, www.rio-carnival.net). Se nel Sambodromo impazzano le sfilate allegoriche delle dodici scuole più importanti, in un coinvolgente spettacolo di suoni, danze, luci, contemporaneamente la città diventa il palcoscenico urbano per mille altre performance magiche. Dalla festa d’apertura con il re del Carnevale che riceve dal sindaco le chiavi della città, ai concerti, i balli, le coreografie in costume, fino ai gruppi musicali spontanei dai nomi bizzarri (“simpatia quasi amor”, “sono etero però è carnevale”), fa tutto parte della festa. Come infatti scriveva il premio Nobel Mario Vargas Llosa dopo il suo primo carnevale a Rio, «I talloni, i capelli, l’ombelico, le ascelle, i gomiti, la nuca sono agli onori della ribalta in questa festa, con un orgoglio di sé capace di ricordare ai distratti, come ogni anfratto della meravigliosa architettura fisica dell’essere umano possa essere bellissimo, fonte di eccitazione e di piacere, tanto da meritare una cura, un fervore non minori delle parti privilegiate dalla poesia romantica, come gli occhi, il collo, le mani».

Rio oltre il Carnevale

Passata la sbornia del carnevale, cosa si fa a Rio? Imperdibile la risalita in cremagliera fino al Corcovado, un panettone verde alto poco più di 700 metri, per ammirare da vicino l’iconica statua del Cristo Redentore. Poi si va al mare, a Ipanema e Copacabana, due spiagge chilometriche e bianchissime incorniciate da condomini milionari e hotel dal fascino intramontabile. Nella cattolicissima città brasiliana si visitano anche la moderna Catedral Metropolitana e la chiesa di Candelária, gioiello del barocco portoghese a un passo dal Teatro Municipal che ricorda un po’ l’Opéra di Parigi. E si fa una sosta alla storica Confeitaria Colombo, punto di ritrovo dell’alta società carioca fin da quando venne inaugurata, piena di specchi e cristallerie, alla fine del XIX secolo. Qualcuno si ferma da HStern, il celebre gioielliere con un elegante punto vendita accanto al Copacabana hotel e un piccolo museo nel quartier generale di Ipanema. Mentre i più alternativi non possono perdere Lapa, per uno spaccato di movida locale: è un angolo della Rio coloniale raggruppato attorno al settecentesco acquedotto (o Arcos da Lapa), dove si concentrano i locali cool per bere e tirare tardi ballando samba fino all’alba. Anche quando non è carnevale.