La fortezza dei Chachapoyas, i templi del Sole e della Luna, le piramidi di fango, una cascata appena scoperta. Sono le magie di un viaggio a nord di Lima, lontano dai soliti circuiti, indifferente alla folla di turisti dei grandi siti Inca. Un tour fra paesaggi spettacolari e meraviglie archeologiche nascoste, sulle tracce di un Perù Escondido antico e bellissimo.
La capitale Lima
Non c’è bisogno di avere letto i romanzi di Mario Vargas Llosa (ma io vi consiglio di farlo), per innamorarsi della capitale peruviana. E non c’è bisogno di visitare il quartiere Barranco (ma sarebbe un delitto perderlo), dove il Nobel per la Letteratura è di casa, per lasciarsi rapire dalle nouvelle vague artistica e gastronomica che ha trasformato Lima in una delle metropoli più effervescenti del Sudamerica. Se lì, fra le vie dall’atmosfera bohémien del Barranco, le tappe da non perdere ruotano attorno ai locali della movida e alle tentazioni gourmand del ristorante Central – del mega chef Virgilio Martinez Véliz – fresco di restyling, al Museo Larco, nel distretto di Pueblo Libre, gli ori precolombiani si mescolano ai reperti di un’interessante sezione erotica. Poi c’è la Lima che ti aspetti, con i monumenti sparpagliati senza soluzione di continuità in un centro storico protetto dall’Unesco, dove le vie d’impianto spagnolo sono incorniciate da palazzi coloniali dai balconi in legno intagliato, e le chiese si alternano a conventi dai colori brillanti (consiglio la basilica-convento di Santo Domingo, con le colonne ricoperte di mosaici, e l’imperdibile Cattedrale barocca di Plaza Mayor). Si resta in silenzio di fronte a queste meraviglie, la storia quando si tramuta in arte non conosce giudizi morali, c’è solo l’incanto estetico che riveste le pietre di una patina senza tempo. Di fronte alle intemperie della vita, scriveva Vargas Llosa, «l’arte è l’unico ombrello in grado di proteggerci».
Alla volta di Chiclayo
Il mio viaggio verso nord comincia fra le sale del già citato Museo Larco, dove ti viene spiegato che i reperti – bottiglie, corone, orecchini – appartenevano a leggendarie civiltà preispaniche, soprattutto i Moche e i Chimú, che nei territori settentrionali del Paese fra il primo e l’ottavo secolo vivevano in perenne battaglia con El Niño, opponendo agli effetti nefasti delle piogge i loro rituali magici. La storia di quei popoli è “incisa” nelle pietre e nei paesaggi infiniti della provincia di Trujillo: montagne che nascondono città e templi, tombe e necropoli, e una città costiera, Chiclayo, che ti travolge con il caos pittoresco del mercato di erbe officinali (interpreti della medicina tradizionale) e i raffinati piatti, d’ispirazione Moche, cucinati nei ristoranti. Attorno, campagne e campesinos, in lontananza gli altipiani andini, nell’aria il profumo dell’oceano. Chiclayo non ha certo il fascino di Lima, ma è l’epicentro di siti archeologici straordinari come Túcume, nella Valle delle Piramidi di fango e di mattoni di adobe impastati con argilla, sabbia, paglia essiccata, dove sono custodite tombe d’epoca precolombiana. È anche il punto di partenza per un tour fra gli artigiani di campagna che tessono il cotone colorato e ti offrono il secolare Pisco Sour, calorico distillato di vino, zucchero di canna, albume, lime, angostura, diventato oggi un cocktail alla moda nei bar alla moda di Lima e del Perù.
I tesori di Trujillo
Sulla costa settentrionale anche Trujillo, nell’omonima provincia, è un condensato di cultura. Fondata dagli Spagnoli nel XVI secolo, si trova nel cuore di un’area ricca di testimonianze precolombiane come Chan Chan, capitale della cultura dei Chimú fino alla conquista Inca nel XV secolo. A Trujillo lasciatevi rapire dalla bellezza di monumenti inaspettati in un centro storico dallo charme coloniale, immutato da secoli e “raccontato” dalle chiese di Santa Clara ed El Carmen, dai conventi di clausura, dalla cattedrale, fino all’antica Casa Calonge, residenza di Simón Bolívar. Poi a Chan Chan perdetevi nel mosaico di architetture di fango, murate, a pianta rettangolare, che custodiscono templi, camere mortuarie, decorazioni parietali. Patrimonio Unesco, Chan Chan si scopre quasi in solitudine, senza il caotico via vai di turisti dei siti più famosi, e anticipa la scoperta di altri due tesori, un po’ tombe, un po’ luoghi di culto: Huaca de la Luna, “Tempio della Luna”, un edificio costruito dai Moche con affreschi e bassorilievi, e la grandiosa architettura di Huaca del Sol (“Tempio del Sole”), alle pendici del monte Cerro Blanco.
Chachapoyas e Karajia
Se Trujillo e Chiclayo si raggiungono con la Panamericana, il nastro d’asfalto che si srotola per gran parte della costa, per Chachapoyas bisogna fare una deviazione di 450 chilometri nell’interno, verso la regione di Amazonas e la Sierra del Nord. Inutile dirlo, ne vale la pena, perché questa località tranquilla e isolata, un tempo crocevia di attività commerciali fra la giungla e l’oceano, è la migliore base di partenza per le maestose rovine della civiltà che porta lo stesso nome della città, quello dei Shushupayas, traslitterato in Chachapoyas, ovvero “popolo delle nuvole”. Nella foresta nebbiosa i siti archeologici a 3000 metri di quota dialogano con le cascate (per esempio quella di Gocta, conosciuta fino a pochi anni fa solo dagli abitanti della zona, che con un tuffo di 771 metri è fra le più alte del pianeta), in un unicum arte-natura senza pari. Dei Chachapoyas si conosce poco, ma è grazie al loro talento ingegneristico se possiamo camminare, da viaggiatori privilegiati, nella città-fortezza di Kuélap, più antica del Machu Picchu, fra le più inespugnabili del Paese. Costruita su un crinale di 3000 metri, si raggiunge comodamente in funivia e domina l’orizzonte impervio e sensazionale di questo lembo di terre andine. Poco distante non perdete Karajia, il sito archeologico famoso per le gigantesche figure antropomorfe che vegliano sulla valle dagli anfratti di una gola, come un miraggio carico di suggestioni. Sono lì da secoli e rivelano al mondo che a nord di Lima c’è un vero tesoro di arte e cultura: un Perù Escondido, forse ancora più bello di Nazca e del Machu Picchu.