Creste di montagne sommerse che milioni di anni fa hanno danno vita a un mosaico di 26 atolli dentro i quali galleggiano 1196 minuscole isole di sabbia. Le Maldive sono il luogo dell’irrealtà più totale. Un Paese fatto per il 99 per cento di acqua, perfetto per staccare la spina e vivere un’esperienza barefoot all’interno di resort paradisiaci, coccolati dal lusso di un’amaca sulla sabbia e dai sorrisi del personale maldiviano. Gli indirizzi dove poter prenotare ovviamente sono moltissimi, ma tre, in particolare, hanno attirato la mia attenzione. Li consiglio a chi, come il sottoscritto, vuole vivere un’esperienza da Robinson Crusoe senza lesinare sul lusso e il confort.
Fra i miei preferiti c’è senz’altro il Landaa Giraavaru-Four Seasons nell’atollo di Baa, a 30 minuti di volo dalla capitale Malè. Il resort è proprio accanto alla piscina naturale (riserva Unesco della biosfera) dove ogni anno, da giugno a ottobre, si danno appuntamento le mante a caccia di plancton. «Le avete mai viste danzare tutte insieme, a decine, nella laguna? Sono una poesia sublime di grazia ed eleganza», mi raccontava il general manager Armando Kraenzlin durante una cena di lavoro pieds dans l’eau, sotto un cielo fitto di stelle. La danza delle mante si scopre insieme al team di biologi, e al Marine Discovery Center i bambini possono osservare una serie di presentazioni mentre giocano con il personale che li introduce ai segreti di questo mondo di acqua e pesci. Poi ci sono gli altri plus: la crociera in catamarano, i picnic a lume di candela sui banchi di sabbia che emergono in base al flusso delle maree, la Spa ayurvedica dove i massaggi con prodotti biologici sono un toccasana contro lo stress.
Appuntamento nella vegetazione per lasciarsi coccolare dai rituali che ristabiliscono, attraverso particolari tecniche di massaggio, il corretto flusso energetico nei chakra (la luna e il bagno finale in una vasca open air piena di fiori fanno il resto). Nel centro benessere dello Shangri-La Villingili, rifugio cocoon nell’atollo di Addu, a sud di Malé, il “Nirvana” si raggiunge con un massaggio o con una seduta di yoga nel padiglione in legno. Si medita anche sulla spiaggia, o sul deck della propria “palafitta”, con le onde come colonna sonora e il turchese della laguna che si allunga a perdita d’occhio. Le ville dove il décor in stile balinese si mescola alle influenze indiane e mediorientali, sono affiancate da sorprendenti tree house: delle capanne di lusso fra gli alberi, a tre metri d’altezza, con deck per pranzare all’aperto, plunge pool e una vista straordinaria sull’orizzonte.
Un’esperienza comune a molti resort è la crociera al tramonto, sorseggiando un calice di vino sotto un cielo che esplode come un’aurora boreale tropicale. Al Constance Halaveli nell’atollo di Ari Nord, premiato con la certificazione Green Globe per gli alti standard di sostenibilità (e il progetto per la ricostruzione dei coralli danneggiati dall’innalzamento della temperatura globale), questa esperienza si vive a bordo del dhoni, la tradizionale imbarcazione dei pescatori asiatici. Per una pausa di puro ozio basta guardare il mare dalla terrazza con piscina della propria overwater villa, oppure regalarsi un massaggio nella Spa dove i trattamenti sono effettuati con i blasonati prodotti della maison svizzera Valmont.
La sensazione di estraneità (quasi una sorta d’isolamento mentale e geografico) che si prova alle Maldive è qualcosa di unico: si cena in pareo o in bermuda, e di giorno ci si lascia tentare dallo spettacolo in technicolor che comincia già a pochi metri dalla riva, dove nuvole di pesci nuotano davanti agli occhi, appena pochi centimetri sotto il livello dell’acqua. Ma a nord-est c’è un’altra isola che mi aspetta: diversa, “risplendente” (così significa Sri Lanka in lingua sanscrita), da meditazione.
Questa nazione magica che galleggia al largo dell’India regala un patchwork di paesaggi unici, dalle piantagioni di tè ai resort ayurvedici che profumano di oli e di essenze benefiche, ai santuari buddisti come quello di Dambulla con i templi scavati nella roccia (ad Avukana invece si ammira la statua di Buddha più imponente del Paese). È incantevole anche l’incontro con gli elefanti nel loro habitat naturale, o quello con i monaci fasciati da tuniche porpora e arancione che camminano in silenzio per le strade, in fila indiana… Accanto al senso di religiosità palpabile e pacificante, anche le spiagge qui sembrano diverse: sabbia fine, palme, vegetazione color smeraldo sono lembi di natura sospesi tra i villaggi di pescatori dove il tempo sembra essersi fermato. A scandirlo c’è solo l’alternanza di luce e buio, giorno e notte, con le pennellate di colore che al crepuscolo si spengono per lasciare posto alla luna, alle stelle e a un infinito, appagante senso di pace.