Racconti di viaggio

Kyoto Lifestyle

Durante la pandemia, a Kyoto hanno avuto questa idea. Portare le atmosfere della città nelle case di tutto il mondo, attraverso una campagna-video focalizzata sulle diverse attrattive – architettoniche, artistiche, culturali – che la caratterizzano: immagini e filmati coinvolgenti, dalla meditazione Zen all’Haiku (la poesia delle piccole forme di vita, come i fiori), alla raffinatezza della cucina nipponica. Il titolo della campagna era emblematico: “Stay Home, Feel Kyoto” (https://kyoto.travel/en/blog/2020/stay-home-feel-kyoto.html). E adesso che stiamo per tornare a viaggiare, consiglio di guardarla, sognare e prendere appunti: sarà una specie di taccuino preparatorio alla vacanza, quella vera, fisica, reale, in prima persona. Perché, diceva Pasteur, “Meravigliarsi è il primo passo della ragione verso la scoperta”.

 

Kyoto vista dal cielo

Superstar del Giappone (di cui è stata anche capitale, dal 794 al 1868), Kyoto è un incanto urbano di templi, giardini, palazzi imperiali, antiche case in legno come quelle nell’antico quartiere di Gion, famoso per le sue case da tè e per le maiko, le aspiranti geishe. Difficile dire da dove partire in una città che vanta diciassette siti protetti dall’Unesco, ma il belvedere della moderna Kyoto Tower può essere utile per ammirarla dall’alto, abbracciando a volo d’uccello la poesia dei suoi quartieri stretti nell’abbraccio del fiume Kamo, dove l’azzurro dell’acqua si mescola con il rosso dei torii (i portali color fuoco dei santuari) e il verde dei giardini. Da lassù, a 100 metri d’altezza, non si vedranno le bancarelle del mercato di Nishiki, imperdibile per comprare i prodotti tipici della cucina giapponese, e forse nemmeno i cancelli del Giardino Botanico dove in primavera fioriscono i ciliegi. Ma basta un attimo per tornare sulla terra e immergersi nel fascino “pettinato” delle decine di giardini di pietra, tipici della tradizione Zen: dove l’acqua è bandita e i sassi, la sabbia, la ghiaia, danno vita a piccoli frammenti di poesia.

Gran tour dei templi

La giornata perfetta a Kyoto comincia con una passeggiata al tempio, per ammirare il sorgere del sole e abbandonarsi alla millenaria pratica della meditazione. La difficoltà, semmai, è quale scegliere, perché qui ce ne sono circa duemila, fra templi buddisti e santuari shintoisti, dal celebre Kinkaku-ji, chiamato poeticamente Tempio del padiglione d’oro, al tempio Ryōan-ji, dal tempio zen Kennin-ji (il più antico del Giappone), a quello di Sanjūsangen-dō, con migliaia di statue a grandezza naturale.

Poi ci sono il piccolo e raccolto santuario Suika Tenmangu, il tempio Chion-in, un mosaico di edifici e cortili dedicati alla scuola buddhista Jōdo, la più diffusa nel Paese, quello di Shōren-in, annunciato da giganteschi alberi di canfora: custodisce un giardino meraviglioso che sarebbe un delitto perdere. Ma se volete davvero mettere in pausa i pensieri, andate al tempio di Ryosoku: per 25 minuti, seduti a gambe incrociate, sperimenterete i benefici della mente concentrata solo sul flusso del respiro, secondo le regole – oggi sempre più popolari – della meditazione Zazen.

Artigianato millenario (ma non solo)

Foto da https://nichinichi.com/en/exhibition?t=43_yosikatsuninnjo_210103&r=e

 

Le tradizioni millenarie sono di casa nel Museo dell’artigianato tradizionale di Kyoto (https://kmtc.jp/en): noto anche come Fureaikan, racconta attraverso gli oggetti (e le mostre) le storie delle 74 aziende storiche della città. Per lo shopping ci sono gallerie, showroom, atelier di creativi dove l’artigianato, forte di una tradizione di 1200 anni, viene interpretato con raffinati tocchi di contemporaneità. Le lanterne dei festival matsuri, per esempio, si acquistano nell’atelier della famiglia Kojima (https://kojima-shouten.jp/en/index.html): le producono da 200 anni, secondo tecniche tramandate di generazione in generazione (oggi siamo alla decima), sempre un passo avanti rispetto alle mode del tempo. Alla Galleria NichiNichi si ammirano le opere dei giovani artisti (https://nichinichi.com), dai bijoux alle ceramiche, comprese le teiere per il prezioso cerimoniale del tè. Se invece puntate ai raffinati kimono, seguite i consigli di Hitomiito, modella e stilista: «In inverno concentratevi sui colori più profondi e audaci, con i fiori di stagione; i kimono estivi hitoe (sfoderati) o usumono (leggeri), prediligono tonalità pastello più tenui. Un kimono informale da indossare tutti i giorni è il komon, mentre un homongi è riservato alle occasioni formali». Voi probabilmente non lo indosserete, ma è utile sapere che cosa state per comprare.

 

La foresta di bambù (e altre meraviglie)

Per mettere in standby la mente, Arashiyama è una foresta di bambù che sembra fatta per perdere il senso del tempo: un “labirinto” onirico di canne alte fino a 15 metri, il cui fruscio crea una colonna sonora unica al mondo, riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente come uno dei “100 paesaggi sonori del Giappone”. In zona c’è anche il Fukuda Art, il nuovo museo di arte giapponese (con opere dall’epoca Edo ai giorni nostri), dove l’architettura contemporanea attinge le sue radici nelle machiya, le tradizionali case in legno, e i lunghi corridoi giocano con la natura attraverso vetrate decorate che richiamano la sinuosità della vegetazione. L’amore dei giapponesi per la natura, però, ha molti altri indirizzi. Come il Sentiero del Filosofo, che parte dal Tempio Ginkaku-ji e costeggia un canale orlato dai ciliegi, dove in primavera esplode la magia dell’hanami: il momento sacro della fioritura, con le pennellate bianco-rosa dei petali che richiamano appassionati da ogni angolo del globo.