Racconti di viaggio

Gli alci e le luccicanti città dell’East Coast

Il desiderio di vedere da vicino l’alce mi è venuto a Toronto (città bellissima, ve ne parlerò fra poco). Ero entrato per caso in una galleria d’arte che esponeva fotografie di animali, e sono rimasto rapito dai primi piani di questo mammifero delle foreste che in Canada vive in branchi sparsi sulla East Coast.

Quella che doveva essere una vacanza tra le più belle città di Ontario e Québec, si è trasformata così in un viaggio in bilico fra architettura urbana e natura. Del resto sia mo in un continente dove i paesaggi sono spettacolari, scarsamente popolato (36 milioni e mezzo di abitanti su una superficie di quasi 10 milioni di kmq) e ricco di laghi, fiordi, fiumi, montagne, parchi naturali. L’habitat ideale per orsi, castori, bisonti numerose specie di uccelli. E alci, of course.

La New York canadese

Per i canadesi Toronto è il simbolo del nuovo che avanza, per i turisti uno spicchio di mondo trasportato in una metropoli (i suoi abitanti provengono da 200 diversi paesi e parlano più di 30 idiomi).

Passeggiando fra le vie del centro si scoprono un mix di vagamente antico e indiscutibilmente moderno. Il Casa Loma appartiene alla prima categoria: è l’unico, vero castello del Nord America, autentico come quando venne costruito nel 1914 da Sir Henry Pellatt, finanziere e industriale canadese, che per il suo sogno di mattoni non badò a spese (3,5 milioni di dollari).

Più originale l’ottocentesco St. Lawrence Market, frequentato da casalinghe e grandi chef, messo dal National Geographic nella top ten mondiale dei mercati alimentari, e poi il Distillery District, l’architettura industriale vittoriana che un bel restauro ha trasformato da distilleria di whisky della (un tempo) potente Gooderham and Worts, a centro multifunzionale all’insegna dell’arte e dello shopping. Fra gli edifici in mattoni e i carroponti si assiste agli happening dei giovani artisti canadesi e si acquistano oggetti di design di vaga memoria Inuit. Una visita al Royal Ontario Museum, un parallelepipedo che ospita collezioni di storia naturale dove si inserisce, come una meteora caduta dallo spazio, il cristallo di vetro e alluminio disegnato da Daniel Libeskind, e quindi all’Art Gallery of Ontario, che vanta una suggestiva ala in vetro e legno chiamata Galleria Italia, perché è stata finanziata dalla comunità italo-canadese che a Toronto conta circa 300.000 persone.

Accanto a questi gioielli quasi non si notano due icone come le torri gemelle del Td Center tra King e Bay Street, progettate da Mies van der Rohe, o la Leslie Dan Faculty of Pharmacy di Norman Foster. Non passano invece inosservate la Allen Lambert, la galleria realizzata da Santiago Calatrava accanto alla Hockey Hall of Fame dedicata alla storia dell’hockey su ghiaccio, che qui è popolare come da noi il calcio, e la CN Tower, la torre della televisione che con i suoi 553 metri di altezza buca lo skyline cittadino. Il suo ristorante 360 che gira a una “velocità” a prova di vertigini (72 minuti il tour completo) regala la più bella vista sulla città e il lago Ontario. Questo panorama idilliaco mi fa venire voglia di scoprire un altro gioiello naturalistico, le cascate del Niagara, che dalla New York canadese distano solo 130 km: si può partire al mattino, ammirare il “salto d’acqua” che precipita a ferro di cavallo per 52 metri, e tornarsene tranquillamente in città alla sera. Niente male vero?

Dai grattacieli agli animali

Oltre a essere la capitale federale del Canada, Ottawa è una città ricca di sorprese, a dimensione d’uomo (la riprova del detto “piccolo è bello”). Le star sono Parliament Hill con i palazzi governativi e culturali, la Peace Tower che trovate stampata anche sulle banconote da venti dollari, l’area di Downtown dove convivono grattacieli e palazzi storici e, naturalmente, il Rideau Canal, il canale artificiale inaugurato nel 1832, che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’Umanità.

Anche Québec City non dà proprio l’idea di una metropoli. La più antica città del Nord America, placidamente adagiata sulle rive del fiume San Lorenzo, ha un non so che di europeo grazie ad architetture come la Cattedrale di Notre-Dame de Québec e le Château Frontenac, realizzato come castello delle fiabe e trasformato in hotel di lusso. Nei dintorni ci sono fattorie per l’allevamento dei bisonti, e dal porto partono le crociere sul fiume per avvistare i delfini e le balene che durante la bella stagione nuotano in queste acque ricche di krill, i piccoli crostacei di cui vanno ghiotte. Prima di raggiungere Montréal faccio una deviazione verso il Laurentides, un parco dove ci si può sbizzarrire con decine di sport ed escursioni nella natura (consiglio il trekking e la canoa), e avvistare gli animali. All’interno dei suoi confini protetti vivono infatti 23 specie di mammiferi, dall’orso bruno alla lince rossa, dal lupo al moose: l’alce americano che avevo visto fotografato nella galleria di Toronto. 

La magia multietnica di Montréal

È la metropoli più francofona al mondo fuori dalla Francia, con il boulevard Saint-Laurent che da sempre segna il confine fra l’est cittadino francofono e l’ovest anglofono, fra la lingua di Molière e quella di Shakespeare. In centro brillano le insegne di Chinatown, ma girato l’angolo ti trovi nel ghetto ebreo (oggi quartiere di tendenza) dove è nato e cresciuto lo scrittore Mordecai Richler.

Poi passi il fiume San Lorenzo e rivivi alcune delle atmosfere che il National Film Board of Canada, una delle industrie della celluloide più prestigiose del pianeta, ha tradotto in pellicole di successo. Montréal ti seduce oltre ogni aspettativa, ma per scoprirla in poco tempo bisogna puntare sui luoghi-cult come il Marché Bonsecours, il quartiere dell’Ottocento nella Vieux Montréal con i ristoranti e i negozi eleganti, rue (o street) Saint-Catherine Ouest con il Museo di Arte Contemporanea, il Museo di Belle Arti in Rue Sherbrooke Ouest, la basilica di Notre-Dame dal revival gotico dove si è sposata una québécois illustre come Céline Dion. E, ovviamente, il Quartiere Latino con le piazzette vittoriane e il Vecchio Porto. Dove un tempo attraccano le navi commerciali oggi spiccano ristoranti, cinema, promenade, piste di pattinaggio e gli show del Cirque du Soleil, che è nato proprio qui. Come a Ottawa, anche a Montréal ci sono le crociere sul fiume San Lorenzo fino alle isole della Maddalena, che durano diversi giorni. Per il momento mi accontento di contemplare da terra quell’autostrada d’acqua che corre per 1200 km fra Canada e Stati Uniti, collegando i Grandi Laghi con l’oceano Atlantico. Sognando, chissà, nuovi orizzonti per il prossimo viaggio.