C’è chi li ama rétro, possibilmente con le carrozze in legno e la locomotiva a vapore. Chi li vuole panoramici, per non perdere neanche un attimo della magia paesaggistica che va in scena appena guardi fuori dal finestrino. Chi li percepisce come semplici mezzi di trasporto casa-lavoro, o tutt’al più come alternativa ecologica alla macchina per raggiungere la meta delle vacanze. Per i giapponesi, invece, i treni sono molto di più: un vanto, uno status symbol di efficienza e modernità, tanto che gli ormai celebri Shinkansen, i treni-proiettile che da oltre mezzo secolo collegano con puntualità svizzera le diverse città nipponiche, fanno parte della normale routine quotidiana. Poi c’è l’ultimo nato, il JR East Luxury Cruise Train, alias la Ferrari dei treni: pochi posti, tutti di lusso, e un look avveniristico a metà fra un convoglio di prima classe e un’astronave.
Per le Olimpiadi del 2020, la Central Japan Railway lancerà il nuovo N700S, proiettile da 360 chilometri all’ora che rappresenta la nuova evoluzione dei già velocissimi e comodissimi Shinkansen. I treni sono anche un eccellente mezzo di trasporto per i turisti che da Tokyo vogliono spingersi alla scoperta degli altri highlights del Paese. Frequenza delle corse, puntualità, confort e alti standard dei servizi, li rendono adatti a una formula che altrove potrebbe sembrare una provocazione, quella del “fly & train”, dove bastano un biglietto aereo e un JR Pass per spostarsi in totale libertà, assecondando i propri, personalissimi ritmi di viaggio. Un suggerimento sull’itinerario? Dedicate qualche giorno alla futura capitale olimpica, quindi partite alla volta di Takayama, Shirakawa-go, Kanazawa, Hiroshima, Miyajima, Himeji, Kyoto, Osaka. Gli spostamenti interni? Ovvio, tutti in treno (proiettile).
Di Tokyo e Kyoto ho già parlato nei precedenti articoli, adesso vi racconterò di Takayama, Kanazawa e altri centri dove il Giappone delle tradizioni resiste immutato, in una bellezza ancestrale non ancora consumata dal tempo. La prima, fra le montagne della prefettura di Gifu, si raggiunge in quattro ore dalla capitale, e già dai finestrini del treno rivela tutto il suo incanto: il centro storico sviluppatosi attorno al castello nel periodo Edo, le vie incorniciate da case e templi tradizionali in legno, fanno da sfondo a una delle feste più belle del Giappone, che dal 1600 va in scena in primavera e in autunno con le tipiche sfilate di antichi carri allegorici in legno laccato, pieni di marionette. Nel cuore di Takayama, imperdibile l’antico quartiere di Sanmachi-suji, simile a una piccola Kyoto, con le antiche case di legno e le rivendite di sakè; attorno, nella natura, si scoprono villaggi dove le case hanno i tetti spioventi, come nelle favole, e centri Onsen come quello di Okuhida, con la più alta concentrazione di terme all’aperto del Paese. L’acqua delle piscine naturali vira dall’ocra all’azzurro intenso, al verde smeraldo, facendo da specchio il profilo delle montagne che si allunga all’orizzonte.
La distanza su rotaia fra Tokyo e Kanazawa non è molta, ma sembra un altro mondo. Nella prefettura di Ishikawa, questa città-castello fondata nel XVI secolo dalla famiglia Maeda del clan dei Kaga è ricordata, a ragione, come la città dei samurai. Il viaggio nel tempo qui ti porta alla scoperta di case da tè e antichi mercati del pesce, giardini come quelli di Kenrokuen e laboratori d’arte e artigianato (per esempio, nel quartiere Owaricho), dove i manufatti prendono vita secondo metodi antichissimi. Si scoprono raffinate porcellane Kutani-yaki e candide carte con grana di riso, sete e kimoni, ciotole laccate, o in foglia d’oro, di straordinaria bellezza. Poi ci si immerge nei riti del Giappone d’antan: la cerimonia del tè verde, una forma d’arte paragonata al Buddismo Zen; gli spettacoli delle geishe nelle case, che saltuariamente, con un po’ di fortuna, vengono aperte al pubblico; la magia del teatro Nō. Per un respiro di modernità basta visitare le sale del Museo d’arte contemporanea del XXI secolo (con opere di artisti internazionali), nei già citati giardini di Kenrokuen: fra i più poetici del Giappone.
Con il JR Pass da Hiroshima si arriva fino all’isola di Miyajima, a metà fra un luogo sacro e un’oasi naturale. Parchi di aceri, montagne e un senso infinito di pace, fanno da preludio al torii rosso del santuario medievale di Itsukushima, sospeso sull’acqua del mare. Il gioco delle maree che abbracciano il torii come un totem sacro, quasi una Mont Saint-Michel in salsa nipponica, è una poesia da contemplare in silenzio. Poi si lascia questo tesoro nazionale (e patrimonio Unesco) per un’altra meraviglia: il castello bianco di Himeji, che dal XVII secolo brilla come un faro sacro nell’omonima città giapponese della prefettura di Hyōgo. Ci si arriva in treno dalla stazione di Hiroshima, e da lì si riparte, sempre in treno, alla volta della tappa successiva. L’imperdibile Kyoto.