Racconti di viaggio

Dubai e Seychelles

Un’isola artificiale a forma di palma, una pista da sci dentro uno shopping mall in mezzo al deserto, il grattacielo più alto del mondo (Burj Khalifa), la metropolitana automatizzata e il Dubai Mall: mega centro commerciale con le più grandi griffe della moda, la pista per pattinare sul ghiaccio, un acquario con 33mila specie acquatiche, compreso lo squalo tigre. Benvenuti a Dubai, sfavillante hub culturale nel Golfo Persico, dove i limiti scompaiono e i record sono all’ordine del giorno.

Il Creek e la vecchia Dubai

A Dubai si può fare il bagno sull’affollata spiaggia di Jumeirah, una Miami Beach mediorientale con l’hotel Burj Al-Arab a forma di vela che svetta all’orizzonte. Per lo shopping invece la scelta spazia fra mall grandi come quartieri e gli indirizzi della vecchia Dubai, con i souk dell’oro e delle spezie sulle sponde del Creek, l’insenatura navigabile brulicante di dhow – le barche in legno dei pescatori trasformate in taxi-boat per residenti e turisti. Una Dubai d’altri tempi cristallizzata nel suo fascino mediorientale, perché il passato qui è una ricchezza da valorizzare. «Siamo un Paese giovane, dobbiamo mostrare da dove veniamo», racconta la guida mentre mi accompagna nell’ordinato labirinto dei quartieri di Al Fahidi e Bastakiya, dove molte abitazioni sono state convertite in caffè e spazi d’arte (come Majlis Gallery e il suggestivo XVA Gallery, un po’ boutique hotel e caffè, un po’ galleria d’arte). Per saperne di più sulle origini della città consiglio di visitare il Dubai Museum, nel settecentesco Forte di Al Fahidi. Mentre la storia degli Emirati, di cui Dubai fa parte, è raccontata nelle sale del moderno Etihad Museum. Progettato dagli architetti canadesi Moriyama & Teshima, comprende anche una biblioteca, uno spazio-mostre e un ristorante. E nelle forme s’ispira alla Costituzione, con le colonne che simboleggiano le penne con le quali gli sceicchi di ciascun emirato hanno firmato il trattato.

 

A spasso nella città hi-tech

Se l’Etihad Museum è un luogo della memoria sotto un tetto ricurvo che ricorda un’astronave, la Dubai Opera è un affascinante e sinuoso guscio di vetro che rievoca la silhouette dei dhow: ospita un teatro e una concert hall, in un mix perfettamente calibrato di interior design e tecnologia (per esempio, il palcoscenico “scorrevole”). Alle sue spalle ci sono la Fontana danzante più grande del pianeta e il Burj Khalifa – imperdibile la vista dall’Observation Deck al 148° piano – ma merita una visita anche il Design District, abbreviato d3. È un’area di quasi 2 milioni di metri quadrati, concepita dal celebre studio di architettura Foster+Partners per ospitare uffici, hotel, negozi, hub creativi e appartamenti dal lusso contemporaneo. Sono un’attrazione anche le gallerie di pittura nel lussuosissimo quadrilatero del Gate Village. Mentre all’Alserkal Avenue ad Al Quoz, la zona industriale convertita in area di tendenza, sul modello del Dumbo newyorkese o di Woodstock a Cape Town, gli spazi dedicati all’arte, alla moda e alla fotografia crescono come funghi. «L’energia di Dubai è sorprendente, per questo la città attira sempre più creativi» mi racconta l’artista inglese Patricia Millns, che nel suo appartamento-atelier color latte crea opere vendute in tutto il mondo. Intanto tutti aspettano l’Expo del 2020, dal titolo “Unire le menti, creare il futuro”, per la quale sono previsti 25 milioni di visitatori.

 

In volo verso il paradiso

A Dubai c’è il mare, è vero. Ma l’Emirato è anche a metà strada fra l’Europa e il paradisiaco arcipelago delle Seychelles. Così se dopo l’indigestione di “effetti speciali” avete voglia di staccare la spina, vi consiglio di proseguire il viaggio in direzione Mahé, dove c’è l’aeroporto internazionale. E poi andare a Praslin, la mia isola preferita, con la cornice di sabbia dall’effetto borotalco e la Vallée de Mai all’interno del Praslin National Park, dichiarata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’Umanità. È l’unico posto al mondo (oltre alla piccola, vicina isola di Curieuse), dove crescono i Coco de Mer, cocchi giganti dalle forme curiose, che possono superare i 20 kg di peso. Camminando lungo i sentieri del parco, la luce che filtra dagli alberi regala una dimensione fiabesca, tanto quanto la vista del mare che abbraccia la costa: un tappeto senza fine di sfumature verde smeraldo che sembra la porta d’ingresso al paradiso sommerso.