Racconti di viaggio

Calabria Felix

Sabbia borotalco, mare cristallino, un antico castello aragonese all’orizzonte. Sono le magie (alcune, le altre ve le raccontiamo fra poco) di Le Castella, una località speciale della Calabria ionica, dove si trova il nostro club vacanze: cucina raffinata, sport à gogo, un’attenzione speciale alle famiglie con bambini.

Questo articolo è dedicato a chi sogna già di stendere l’asciugamano in riva al mare, in sicurezza, con il giusto distanziamento e nel rispetto delle misure anti-Covid previste per legge. E se l’estate sembra lontana, prenotando adesso si risparmia: fino al 25 per cento della quota.

 

Nella riserva protetta

Il tratto meridionale della Calabria ionica – meno turistica e più selvaggia della costa tirrenica – regala l’incanto di spiagge interminabili e dune di sabbia: profumi di zagare e gelsomini, picchi di roccia scura, piccole baie borotalco che virano dal grigio all’ocra, dal giallo pastello al rosa. Dopo la lunga quarantena abbiamo tutti bisogno di perderci nella poesia della natura e qui, a un soffio da Crotone, le condizioni ambientali sono praticamente perfette. Siamo nel tratto costiero dell’area Marina Protetta Capo Rizzuto, 15.000 ettari di meraviglie underworld – da Capo Colonna a Punta Le Castella e Barco Vercillo – fra fondali ricchi di vita. Tuffandosi con le bombole (il centro sport del villaggio collabora con un diving per le attività subacquee), si incontrano a distanza ravvicinata le tartarughe, mentre i pesci fanno capolino dai relitti, memoria di antichi naufragi. Utile visitare l’acquario, per un’anteprima delle specie marine rintracciabili sui fondali. E per chi non è avvezzo a pinne e bombole, ci sono le mini crociere sui battelli dal fondo trasparente.

 

Un tuffo nella storia

Certi luoghi sono speciali. L’epicentro perfetto dal quale partire alla scoperta di mille incantesimi. Le Castella è così: un’oasi vacanziera fra la vegetazione e il mare, con il castello aragonese in pietra ocra che si specchia nell’acqua (superstar fotografica nei social), in quel tratto di costa ionica dove la sabbia si disperde in una cornice di scogliere e cespugli di macchia mediterranea. In pochi chilometri si arriva a Isola di Capo Rizzuto, raccolta attorno a un centro storico rinascimentale di roccia scolpita, poi di nuovo sul mare per ammirare la storica Torre vecchia: oggi intercetta gli sguardi dei turisti ma quando venne costruita, nel XVI secolo, era un importante baluardo contro l’attacco dei saraceni. È una terra strana, la Calabria: ci vai per la spiaggia e il mare ma poi scopri che qui sono stati scritti molti capitoli della nostra storia. A Crotone, per dire, l’Area Archeologica di Capo Colonna racconta di templi, santuari e relitti sommersi (per approfondire, visitare il Museo archeologico nazionale in città). E voltando le spalle al mare, sulle colline della Sila c’è un mosaico di borghi arroccati che meritano ben più di una gita.

 

Alla scoperta dell’entroterra

Ci vuole un’ora di macchina per raggiungerlo, ma ne vale la pena: Caccuri (650 metri d’altitudine, in un mosaico di colline e uliveti) è fra i borghi più belli d’Italia: un labirinto di vie che s’intrecciano attorno al Castello, le antiche abitazioni affacciate sulle piazzette, la Villa Comunale immersa in un parco di pini, le antiche porte d’accesso al paese.

A nord si allunga il Parco Nazionale della Sila, tornando verso il mare si arriva invece a Santa Severina, un borgo-gioiello, sempre arroccato ai piedi del castello, che domina dall’alto la vallata del fiume Neto: l’incontro è suggestivo, sembra una nave di pietra nel verde della montagna. Passeggiando fra piazze poetiche, giardini, musei, architetture sacre (come il Battistero bizantino, imperdibile), i pensieri scorrono lievi. È l’effetto dei posti belli: infondono un senso profondo di pace e armonia.

 

Curiosità: la cucina local

Piccolo vademecum per chi non può fare a meno di provare le specialità del posto. Nei borghi dell’entroterra (ma anche sul mare) si assaggia la pasta china, rigatoni al forno con un ripieno di carne macinata e caciocavallo. Dagli aranceti arriva l’aranciaru, l’arancia, protagonista di insalate e dolci strepitosi. Panifici e ristoranti servono calzoni fritti, carciofi sott’olio e le nepitelle, fagottini dolci ripieni di frutta secca, canditi e vino cotto. Poi ci sono il peperoncino dop, l’olio dell’alto crotonese, il pecorino, il caciocavallo della Sila: prodotti eccellenti, da comprare e mettere in valigia prima di tornare a casa.

Magari con qualche bottiglia di ottimo Cirò, il vino di un territorio generoso racchiuso fra Capo Rizzuto, San Giovanni in Fiore e Cirò, dove il mare incontra la montagna nei terreni arsi dal sole, concentrando la magia in una manciata di grappoli. Il risultato sono rossi e rosati dai sapori forti, ricavati da vitigni autoctoni come il Gaglioppo: a bacca nera e antichissimo, come la storia di questa terra.