Undicimila chilometri di distanza (in linea d’aria) dall’Italia al Borneo Malese, bastano a farti capire che quello che stai per visitare è un “altro mondo”. Il paradiso della natura e degli animali, un eden primitivo che, dopo la pausa forzata imposta dalla pandemia, ti proietta in una dimensione felice e primordiale dell’esistenza, fra foreste pluviali, isole simili a granelli di sabbia sull’azzurro dell’oceano, fiumi, montagne protette dall’Unesco. E programmi di tutela di specie a rischio, orsi e oranghi in primis.
Diviso fra Sarawak e Sabah (più il Kalimantan indonesiano e la minuscola nazione del Brunei), il Borneo è una terra di fiumi e foreste avvolte dalla nebbia e riscaldate dai bagliori dorati del sole. È anche uno dei luoghi con la maggiore biodiversità al mondo, dove la vegetazione imponente e il mosaico di isole da scoprire con calma, sono l’habitat protetto di moltissime specie di animali, uccelli, tartarughe, oranghi, macachi, varani, perfino il Sun Bear, l’orso più piccolo del pianeta. Lo si può incontrare fra i cancelli protetti del Bornean Sun Bear Conservation Centre, fondato per riabilitare in natura questa buffa specie con le orecchie arrotondate e il muso corto, che pesa come un cane di grossa taglia o al massimo un lama: da 25 a 65 chilogrammi.
L’ingresso in “paradiso” comincia a Kuching, la capitale del Sarawak dove i grattacieli si mescolano al fascino coloniale, circondata da una corona di villaggi immersi nella natura. In quello di Bako ci si imbarca per una crociera sul fiume alla volta del Bako National Park, paradiso del trekking e prima area protetta del Sarawak, dove le foreste di mangrovie si spalancano improvvisamente su baie incontaminate. Compagni di viaggio, suggestivi e innocui, saranno scimmie e macachi. Alla Riserva Naturale Semenggoh, immersa in 740 ettari di foresta vergine, è commovente osservare i ranger che danno da mangiare agli oranghi. Poi ancora trekking, poesia, scoperte. Come il villaggio indigeno di Bidayuh, oppure la comunità rurale di Mongkos, al confine con il Kalimantan indonesiano, per osservare da vicino come venivano fatte le case tradizionali e incontrare le gentili etnie locali, in un paesaggio ricamato da piantagioni di riso, pepe, caucciù e cacao.
Da Kuching si parte anche alla volta di un mondo di roccia bucherellata, dove da millenni pendono (o salgono) stalattiti e stalagmiti spettacolari. Le grotte più belle sono al Parco Nazionale di Gunung Mulu, con il serpentone illuminato di Lang e Deer che forma il passaggio sotterraneo più grande del mondo, ma anche le Winds e Clearwater Caves, raggiungibili via fiume, mettono in scena uno spettacolo di oniriche foreste di roccia. Kota Kinabalu, la tappa successiva, è già Sabah: il “paese sotto il vento”, come viene chiamato per la posizione al riparo dai tifoni, è intriso di memorie salgariane e di biodiversità, motivo per cui il Monte Kinabalu, di grande appeal geologico, è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. Si visitano i mercati e i negozi di piante officinali, prima di risalire il fiume Klias e immergersi nell’ecosistema di mangrovie, in un paesaggio abitato da scimmie nasiche, uccelli, macachi, bufali d’acqua. Da non perdere il Sepilok Orangutan Rehabilitation Centre, il più antico centro di salvaguardia degli oranghi al mondo: ospita una sessantina di animali sotto osservazione, dai cuccioli orfani a quelli salvati dai bracconieri, e circa 200 esemplari che si muovono liberi e protetti nella riserva.
Ancora natura, ancora animali, all’Oxbow Lake, paradiso di molte specie di volatili e di aironi rossi e bianchi. Non lontano da Kota Kinabalu ci sono i resort sul mare cristallino, ma il mare più bello è a Redang, un’isoletta al largo della costa malese che galleggia sulla superficie di un parco marino, dove si trova il cinque stelle The Taaras Beach & Spa Resort, con le camere di lusso e il SEATRU Turtle Lab, nato per la tutela delle tartarughe marine che nuotano già a pochi metri dalla riva. L’alternativa sono i due lodge sull’isola di Perhentian, famosa per la natura color smeraldo abbracciata dalle spiagge borotalco: il Perhentian Island Resort, con i lodge in legno a un passo dalla sabbia, e il Bubu Long Beach Resort, sempre per una vacanza pieds dans l’eau, ma con un pizzico di lusso in più.
Da sapere
L’itinerario è parte del tour “Best of Borneo”, 12 giorni/9 notti compreso il volo dall’Italia.
Per una panoramica sui resort: The Taaras Beach & Spa Resort; Perhentian Island Resort; Bubu Long Beach Resort.
Piccolo memo prima di partire: la stagione secca va da maggio a ottobre, quella umida da novembre ad aprile.