Racconti di viaggio

Sicilia

Ognuno di noi dovrebbe avere un’isola preferita. Quell’isola dove puoi andare ogni volta che ti assalgono noia o malinconia, un’isola piccola come un chicco di caffè oppure immensa come cento volte la città in cui abiti, un’isola reale o semplicemente un’isola che “non c’è”.

La mia isola è quella della mitologia che ancora oggi trasuda da ogni angolo e pietra della sua terra, dai mosaici di Piazza Armerina all’impianto scenico del teatro greco-romano di Taormina, regale e sontuosa nelle sue testimonianze storiche come la Cappella Palatina ed il Palazzo dei Normanni a Palermo, artefice di equilibri architettonici perfetti tra l’arte araba e normanna del Duomo di Monreale e quello di Cefalù, aristocratica ed elegante nelle scalinate di Modica e Noto, gioielli senza eguali del Barocco, sfacciatamente bella nei balconi fioriti di bouganville dalla forma tipicamente bombata perché un tempo dovevano ospitare gli ingombranti abiti delle gentildonne senza sgualcirli o rovinarli.

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La mia isola è la “Trinacria”, il cui simbolo non poteva che essere “femmina”, l’isola con uno dei parchi archeologici più grandi e ben conservati al mondo, la Valle dei Templi, l’isola nell’isola con il reticolato di stradine e vicoli della romanticissima Ortigia a Siracusa, l’isola delle lunghe estati assolate a cercare refrigerio nelle acque gelide e misteriose delle Gole dell’Alcantara o sui verdi rilievi dei monti Nebrodi, l’isola delle Saline di Trapani, dei castelli svevi e delle torri saracene costruite lungo tutto il suo periplo, l’isola nera ed inospitale, che tanto ricorda il paesaggio lunare, se ti arrampichi lungo i pendii scoscesi dell’Etna, il suo cuore, più che mai pulsante ed attivo.

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La mia isola è l’isola della pasta alla “Norma” e delle sagre enogastronomiche che richiamano turisti da ogni dove, della gente cordiale, sorridente e fiera con cui puoi ancora fermarti ore ed ore a chiacchierare, l’isola delle leggende e dei concerti in piazza, dello “scacciapensieri” e della “coppola”, dell’agave e dei limoni grandi come cocomeri, l’isola dell’espresso corretto con la sambuca, delle mandorle e dei pistacchi, del cioccolato fatto con l’antica e segreta ricetta degli Aztechi, della cassata e dei cannoli ripieni di ricotta, l’isola della granita con la panna per colazione.

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La mia isola è l’isola dei temporali che ne squarciano il cielo per poi ricomporlo nel più commovente degli arcobaleni, dei tuffi dalle scogliere e dei bagni al chiaro di luna in un mare limpido e pulito, l’isola dove ho ballato ore ed ore a piedi nudi sulla sabbia soffice come il cotone, dorata come la luce del sole di mezzogiorno, calda come la sensazione che ti da l’abbraccio di tuo figlio! È l’isola dove ho capito che non avrei mai più smesso di partire, conoscere, viaggiare e dove ho iniziato la mia avventura nel mondo del turismo.

La mia isola del cuore è la Sicilia, perché spesso quello che cerchi è più vicino di quanto immagini..

E la tua isola preferita qual è?

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