Racconti di viaggio

SARDEGNA: L’ISOLA DEI CAVOLI E VILLASIMIUS

Con la loro luce fioca e tremolante nelle giornate di nebbia fitta, rassicurante e luminosa nelle notti quiete e serene, conducevano i marinai fin dentro ai porti.

Oggi molti di loro sono disabitati, alcuni pericolanti, altri adibiti a suggestivi ed insoliti “retreats” per una scappatella romantica, per il piacere di sognare coccolati dal suono delle onde, abbastanza vicino alle nuvole senza bisogno di alzarsi in volo.
In bilico su speroni rocciosi, misteriosi quanto basta per figurare sovente in racconti leggendari, da sempre sinonimo di “casa” per chi arriva da giorni e giorni di provata navigazione, i FARI sono disseminati ovunque lungo le coste della nostra penisola, lungo il periplo della nostra bella Sardegna.

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Nato attorno ad una torre difensiva spagnola del cui rivestimento in piastrelle di ceramica color viola e nero porta ancora i segni, il “faro” dell’ISOLA DEI CAVOLI, si erge fiero sulla sommità granitica raggiungendo l’altezza di 37 metri.
L’isola il cui nome deriva dall’abbondanza di piante di cavolo selvatico qui presenti, serba curiosi e profumati percorsi botanici ed è spesso meta di appassionati subacquei attratti dalla statua di granito dedicata alla Vergine del Mare, patrona del naufrago e protettrice dei naviganti, deposta a circa 10 metri di profondità sul fondale marino nella parte sud.
La purezza e la trasparenza del suo mare dall’intenso e deciso color blu cobalto, ne fanno un angolo di bellezza ancora integra e selvaggia, pronta ad accoglierti anche per il brivido di un tuffo soltanto!

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