Racconti di viaggio

AMORGOS

Spalanco la bocca e respiro a pieni polmoni. Faccio entrare quanta più aria possibile dentro di me. Innalzo le braccia, le avvicino, vado in punta di piedi e poi mi piego. Mi do una spinta e mi lascio cadere, caricandomi dell’energia dell’aria che mi accompagna in questo volo, l’aria sottile che sembra rompersi intorno a me, prima di infrangere impudente la superficie del mare.

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Mi sto tuffando nel “profondo blu” e mentre riemergo sfilano dinnanzi a me le immagini di uno dei più bei film mai visti in vita mia “Le Grand Bleu”, che celebra le gesta di due grandi apneisti, il francese Jacques Mayol e l’italiano Enzo Molinari. Amorgos è il teatro della loro ultima sfida. Per me oggi una scelta obbligata per continuare il nostro peregrinare di isola in isola.

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Austera ed inquietante dall’alto del suo monastero greco-ortodosso, un fazzoletto di un bianco accecante visibile solo dal mare, accessibile solo da una lunga ed impervia scalinata, Amorgos è fra tutte le Cicladi la meno conosciuta, la meno scelta, la meno compresa. Per questo rimane depositaria di una bellezza rara ed ineguagliabile, custode di paesaggi brulli ed assolati, dorata e soffice lungo le sue spiagge ancora baciate dal sole autunnale, battuta dal meltemi che ridona sollievo nelle lunghe ed aride giornate d’agosto…

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