Racconti di viaggio

Vacanze in montagna

«Migliaia di persone ipercivilizzate, stressate, stanche stanno cominciando a scoprire che andare in montagna è come tornare a casa: la natura incontaminata è una necessità». In questo 2020 così strano, le parole del naturalista scozzese John Muir suonano come una profezia. Respirare e riossigenarci all’aria aperta è una necessità, riempire lo sguardo di panorami innevati un desiderio primario, sciare, una valvola di sfogo per il corpo e la mente. Non serve andare lontano: le montagne più belle sono a un passo da casa, precisamente in Trentino, dove cominciano quelle Dolomiti – patrimonio Unesco – che tutto il mondo ci invidia. Fra le molte località sciistiche, noi vi suggeriamo Madonna di Campiglio. Il motivo? Leggete l’articolo e lo scoprirete.

 

GLAMOUR IMPERIALE

Gli Asburgo, che in quanto a mete glamour la sapevano lunga, avevano scelto Madonna di Campiglio come esclusiva località di vacanza. L’imperatore Francesco Giuseppe con la moglie Sissi scendevano al all’Hotel Des Alpes, come ci ricorda ancora oggi il ritratto “imperiale” del pittore altoatesino Gottfried Hofer, esposto nel salone più bello dell’albergo. Quello stesso salone, ogni febbraio è sede del gran ballo dell’Imperatore, evento clou del Carnevale Asburgico. Provate a immaginare: balli in costume, spettacoli teatrali, salotti letterari, sfarzi memorabili, le note del valzer che riecheggiano fra le mura storiche dell’hotel, regalando atmosfere assai simili a quelle descritte alla fine dell’Ottocento dalla Gazzetta di Trento: «Mai questa superba stazione alpina, dalle vette supreme dei monti luccicanti di ghiaccio, mai ebbe tanta gloria come quella di cui si ammanta oggi in cui ospita la augusta coppia sovrana dell’Austria».

 

PISTE MONDIALI

Il tuffo nel passato asburgico dura meno di una settimana, ma la neve c’è tutto l’inverno. E se il Covid non la cancella, a dicembre ci sarà anche la mitica gara di slalom in notturna 3-Tre sul Canalone Miramonti, ritornata da alcuni anni a pieno titolo nel calendario di Coppa del Mondo di sci alpino. Glamour sportivo e natura spettacolare, sono il segreto del successo di questa competizione che ha proiettato Madonna di Campiglio nel Gotha del turismo invernale continentale, al pari di Sankt Moritz, Kitsbühel e Cortina. Oltre che sulla mitica nera mondiale, potrete cimentarvi sulla DoloMitica, 5750 metri di pura pendenza con 1284 metri di dislivello, sulla Schumacher Streif, con una pendenza massima del 70%, sulla “classica” Amazzonia. Ma i 156 chilometri di piste della Skiarea Campiglio Dolomiti di Brenta (il più grande carosello bianco del Trentino) comprendono anche 4 snowparks e 58 impianti di risalita. Per gli appassionati, suggerito l’Ursus Snowpark: tra i cinque migliori parchi dell’arco alpino, vanta oltre 50mila metri quadrati dedicati a salti, rail, boardercross, ed è adatto a tutti, principianti ed esperti.

 

NON SOLO SCI

Nella magica cornice innevata delle Dolomiti di Brenta, Madonna di Campiglio si allunga dolcemente nel punto più magico della Val Rendena, a 1550 metri di quota, in una cornice di boschi e pendii innevati, piccoli borghi – quelli di Carisolo, Strembo, Caderzone Terme – e chiesette affrescate a un passo dalle piste da fondo. In alternativa agli sci ci sono le passeggiate, con o senza ciaspole: ti proiettano nella pace e nel silenzio, verso masi e malghe che sembrano usciti da una fiaba. Per i più temerari, consigliata la discesa in parapendio (con istruttore) dal trampolino naturale del Doss del Sabion, a 2100 metri d’altezza. Ma si possono provare anche le corse in slitte trainate da cani, l’ice-climbing sulle cascate ghiacciate e le pattinate sul ghiaccio, nello stadio invernale o all’aperto, sul laghetto della Conca Verde.

Il GLAMOUR DELL’APRÈS-SKI

La sera, tra aperitivi e cene va in scena il lato glamour e mondano di Campiglio. Oltre alle suggestioni imperiali dell’Hotel Des Alpes, con un blasonato ristorante di piatti tradizionali e specialità della regione, ci sono le suggestive atmosfere di Piazza Righi, epicentro della socialità. In due ristoranti brilla la stella Michelin, ma l’alta cucina si può gustare anche alla Stube Hermitage, regno di carne salada bio, tortellini della Val di Non e baccalà con patate di montagna, oppure ai Due Pini, con la stufa a olle decorata a mano e una carta che promette meraviglie (come, per esempio, il Trentingrana Dop nel raviolo, tartufo nero e burro di malga profumato). In quota, sotto le stelle si cena al rifugio Boch (all’intermedia del Grostè), alla Cascina Zeledria e allo Chalet Fiat, elegante, da poco rinnovato con tocchi di design. Li raggiungete facilmente in motoslitta, con le ciaspole o con il gatto delle nevi, attraverso boschi di larici e paesaggi innevati che di notte, al chiaro di luna, sembrano un piccolo incantesimo bianco.