Racconti di viaggio

San Francisco

Chi cerca atmosfere europee negli States ha due possibilità: volare a Boston o recarsi a San Francisco. La prima città l’ho scoperta anni fa, la seconda la sognavo da tempo, e come immaginavo mi ha stregata. Non solo perché la metropoli più affascinante della West Coast ha un’anima urbana che ricorda molto da vicino il fascino del Vecchio Continente, con le case basse dei primi del Novecento (ad eccezione dei grattacieli del Financial District) dalle facciate color pastello, ottimi street food per golose pause gastronomiche e una dimensione assolutamente a misura d’uomo che la rende speciale, diversa dalla maggior parte delle metropoli americane. Il suo vero fascino è più sottile, e lo percepisci appena ci metti piede: Frisco è l’emblema dell’eleganza e della tolleranza. Qui infatti le idee liberali hanno dato vita al più importante movimento omosessuale del pianeta, le persone di diverse etnie convivono pacificamente unite dall’orgoglio di sentirsi tutti americani, e in un attimo passi dalle insegne colorate di Chinatown alle vie affollate di ristoranti del quartiere italiano, all’elegante quadrilatero di Union Square, la piazza attorno alla quale sfilano le più importanti vetrine griffate della moda. Cinquant’anni a Frisco nasceva anche il movimento Hippy. La Summer of Love, rivoluzione pacifica e colorata dei figli dei fiori, viene commemorata con un lungo elenco di eventi e iniziative in programma in città fino alla fine dell’anno, che vale davvero la pena di scoprire, anche solo per vivere l’atmosfera.

Con il suo skyline inconfondibile, fatto di colline e di ripide strade come Lombard Street (dove i turisti si accalcano per fotografare i romantici cable cars che si incrociano nel punto più alto della via), San Francisco mette a dura prova le gambe. Ho scarpinato molto, perché è solo camminando che puoi percepire veramente una città, poi mi sono arresa alla stanchezza e ho preso il tram come a Milano. Anzi, ho preso “proprio” il tram di Milano: quello storico, arancione e con i sedili in legno, ancora oggi in funzione nella mia città. Dopo una mostra organizzata negli anni Ottanta dalla Camera di Commercio di San Francisco ne furono acquistate alcune vetture, che da allora circolano sulla linea Castro-Fisherman’s Wharf, che vi consiglio di non perdere.

Con la scusa del tram ho fatto la spola dal capolinea alla costa, e non vi dico la meraviglia di contrasti! Castro è il quartiere gay, divertente e trasgressivo, con i negozi stravaganti e le bandiere arcobaleno appese con orgoglio fuori dalle case. Il Fisherman’s Wharf invece è la zona del lungomare piena di locali per bere, assaggiare piatti di tutto il mondo, assistere a spettacoli gratuiti all’aperto e ammirare da vicino i leoni marini, beatamente addormentati sulle piattaforme galleggianti create ad hoc per questi affascinanti pinnipedi, che ormai vivono quasi in pianta stabile accanto al Pier 39.

Dal Pier 39 la vista è straordinaria, si vedono la baia con la magia di onde increspate dal vento e la nebbia che sale al mattino, avvolgendo la città di quell’atmosfera surreale che la rende speciale. Si vedono anche le due icone immortalate in numerosi film: l’isola di Alcatraz, con il carcere di massima sicurezza dove sono stati rinchiusi alcuni del criminali più famosi degli Stati Uniti, ora trasformato in museo; e il mitico Golden Gate, probabilmente il ponte più fotografato al mondo. Attraversato ogni giorno da 120 mila macchine e un numero imprecisato di ciclisti e pedoni, tutti turisti come me, che dopo un po’ si arrendono e tornano sui propri passi (il ponte è lungo 2,7 km), il Golden Gate domina con la sua silhouette inconfondibile tutta la baia. Da lì consiglio di andare al Golden Gate Park per passeggiare tra laghetti, orti botanici, giardini (stupendo il Japanese Tea Garden) e due musei, uno di fronte all’altro, che si contendono la scena come due prime donne: il de Young Museum, a firma dello studio di fama planetaria Herzog & de Meuron, con le sue incredibili collezioni d’arte, e poi la California Academy of Sciences del nostro Renzo Piano, fra i più importanti musei di storia naturale del mondo, che ospita pure un acquario e un planetario. Da vera amante dell’arte e dell’architettura mi sono spinta oltre, così dopo essere tornata a Downtown ho concluso la mia giornata fra le sale, fresche di riapertura, di SFMoMa, alias San Francisco Museum of Modern Art. È stato realizzato nella sua nuove veste dallo Studio Snøhetta, quello del Memoriale dell’11 Settembre a Ground Zero a New York, ha un’accattivante facciata in pietra grigia, due foyer luminosissimi con installazioni d’arte (suggestiva quella di Richard Serra), soffitti che sembrano un’opera pop e la più prestigiosa collezione di arte moderna della città. Da non perdere!