Racconti di viaggio

Panorami cinesi

È difficile affermare di essere stati in Cina. Questa nazione grande come un continente, antica e moderna allo stesso tempo, non si lascia scoprire – e capire – in un unico viaggio. C’è chi l’ha attraversata più o meno tutta, come lo scrittore “nomade” Tiziano Terzani, che si era pure scelto un nome cinese, Deng Tiannuo: « Diventai Deng Tiannuo nel 1968. A quel tempo la Cina era nel mezzo della Rivoluzione Culturale e Mao a Pechino era la scintilla che accendeva la fantasia della gioventù occidentale». Altri tempi, altro clima politico.

Oggi il paese delle “lanterne rosse” è fra le mete più intriganti da mettere nel proprio carnet di viaggi, e se non ci siete mai stati dovete assolutamente partire da Pechino, la capitale. Mettete in conto quattro giorni: uno per la Città Proibita, un altro per la Grande Muraglia, un terzo per i parchi e il Lago Kunming nel quale si specchia il Palazzo d’Estate, il quarto per lo shopping: dal Mercato di Panjiayuan, dove oggetti di poco valore si mescolano a pregiati pezzi d’antiquariato e ceramiche in giada lavorate a mano, allo Hongqiao Market (per chi ama le perle), allo Yaxiu Fuzhuang Shichang, il mercato del tessuto, con i sarti che confezionano al momento le stoffe appena comprate.

La Città Proibita è il più grande complesso museale del mondo. Per 500 anni residenza imperiale, è un immenso tesoro di palazzi, templi, padiglioni che ti lasciano senza fiato appena varchi Porta Wumen, seguita dalla Porta dell’Armonia e da tre splendidi edifici destinati alle cerimonie. Non vi racconto altro, potete immaginare, sono 900 costruzioni sparse su un’area di 72 ettari… Aggiungo solo che questo luogo protetto dall’Unesco, tra giardini impreziositi da laghetti, musei, torri, mura, è ancora più bello e impressionante di come l’avrete probabilmente visto in alcuni dei numerosi film che vi sono stati girati nel corso degli anni. Poi, appena usciti, ecco un’altra icona: Piazza Tienanmen, che oltre ad essere uno dei simboli della protesta che ha infuocato il Paese nel 1989, è fra le piazze più grandi del mondo. In Cina, si sa, è tutto dilatato…

Se non avete molto tempo da dedicare agli splendidi templi cittadini, puntate sul Tiantan (Tempio del Cielo, o del Paradiso), il più importante della dinastia Ming, protetto dall’Unesco. Poi “partite” alla volta del Palazzo d’Estate, per secoli residenza estiva delle famiglie imperiali: un mosaico di templi, padiglioni, giardini, ponti, viali e gallerie che dalla collina scendono fino alle sponde del lago. Questo luogo idilliaco frequentato dagli abitanti di Pechino, fa da preludio a un’altra meraviglia imperdibile, la Grande Muraglia. Non ho ancora capito se è vero o no che si possa vedere dallo spazio, ma di sicuro è la più imponente opera ingegneristica della storia: costruita a partire dal III secolo a:C. per contenere l’invasione mongola, si sviluppa per oltre 8800 km e alcuni suoi tratti, come Badaling, si raggiungono facilmente dalla capitale, in autobus o in taxi.

Lascio in aereo Pechino alla ricerca di un altro mito: l’Esercito di Terracotta di Xian. Queste 8000 statue a grandezza naturale, scolpite con l’intento di “accompagnare” l’imperatore Qin Shi Huang nel suo viaggio nell’aldilà, sono fra le scoperte archeologiche più stupefacenti del XX secolo. Venute alla luce per puro caso e subito entrate in un ideale Guinness dei Primati, raffigurano guerrieri e dignitari imperiali con tanto di armi e corazze, e sono tutte diverse, proprio come delle persone in carne e ossa affiancate, anche nella versione artistica, da carri e cavalli. La loro bellezza stupefacente è un altro tassello prezioso da aggiungere a questo tour delle meraviglie alla scoperta delle antiche glorie cinesi.

Guilin

Tra le tante città storiche della Cina, ho scelto di vedere Guilin per toccare con mano la sua atmosfera vivace condita da un cuore medievale e per ammirare uno dei paesaggi più affascinanti della provincia di Guangxi. Provate a immaginare: un presepe di picchi calcarei scolpiti dal vento che abbracciano il fiume Li (consigliata l’escursione in barca), e due poetici laghi nei quali si specchiano le architetture urbane. E poi il Palazzo dei Principi, la collina Fubo Shan con le grotte consacrate a Buddha, il Parco delle Sette Stelle dove le alture ricoperte di vegetazione ricordano il disegno dell’Orsa Maggiore. Molti libri per bambini descrivono il paesaggio di Guilin come il più bello sotto il cielo: uno slogan (preso in prestito dal locale ufficio del turismo) che condivido in pieno.

Shanghai

Passare dalla poetica natura di Guilin all’elettrizzante frenesia di Shanghai, equivale a sbarcare su un altro pianeta. Shanghai è bella, con i suoi grattacieli audaci che sfiorano le nuvole e gli eleganti hotel, simbolo del new asian style, che accolgono milioni di visitatori all’anno. Moltissimi gli stranieri che hanno scelto di fermarsi, tanto che è la metropoli cinese a maggiore concentrazione di expatriates: una New York d’Oriente che, secondo le previsioni degli analisti, nel 2020 diventerà la principale piazza finanziaria e il più grande porto del mondo. Shanghai però non è solo affari e modernità. Camminando sul Bund, la passeggiata lungo il fiume, le architetture Art Déco fanno da apripista al Tempio del Buddha di Giada, al giardino Yuyuan restaurato dopo la guerra dell’oppio, allo Shanghai Museum dove sfilano cinquemila anni di storia.

Per un’esperienza gastronomica, la food court del Réel Mall è un tripudio di profumi e sapori sotto un unico tetto, piena di stand di cucina (prevalentemente) cinese, che molti considerano la migliore del mondo: dopo la nostra, s’intende.