Racconti di viaggio

NEW YORK

Ci sono persone che quando entrano in una stanza lo fanno in punta di piedi. La loro presenza si avverte appena. Aspettano, in silenzio, fino a quando qualcuno fa cenno loro di accomodarsi, di mettersi a proprio agio. Io lo faccio bussando, dopo di che la mia voce rimbalza da una parete all’altra, il mio sorriso scompone i presenti, la mia risata talvolta li travolge. Insomma, quando entro in una stanza mi si sente eccome!

Se fossi un fiore sarei un girasole, sempre alla ricerca della luce, se fossi un animale un felino, feroce quando serve, protettivo con i suoi cuccioli, se fossi un colore sarei un bel verde brillante e se fossi una città non potrei che essere lei…

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Dalle inavvicinabili gioiellerie e prestigiose boutique della Fifth, ai magazzini Macy’s nel Meatpacking District, al Manhattan Mall e fino ai banchetti dei Flea Markets, i mercatini delle pulci che nei fine settimana popolano ogni quartiere, è lei la regina incontrastata dello shopping e partire con la valigia semivuota è categorico se non vuoi pagare l’eccedenza bagaglio al ritorno! E’ un’icona di generi musicali all’avanguardia così come decantata culla di opere classiche senza tempo fino ai popolarissimi Gospel e agli spettacoli teatrali: io personalmente adoro i musical, Rent e Cats sono i miei preferiti e vanno in scena proprio al Broadway Theatre. Trend setter nelle Fashion Week di settembre e febbraio, è anche un immancabile appuntamento per i runners di tutto il mondo la prima domenica di novembre quando si tiene la famosissima Maratona ed è una tappa irrinunciabile se dal Vecchio Continente vuoi arrivare nella West Coast. Universale nell’ospitalità alberghiera dagli “apartments” ai boutique hotel, pregevolissime rivisitazioni dell’urban style ricavati da magazzini e fabbriche in disuso nel SoHo e nel Lower East Side, fino agli storici hotel come il Waldorf Astoria, simulacro del lusso costruito in piena Art Decò, un pezzo di storia della bella NYC, residenza di Marilyn Monroe e riconoscibile in centinaia di film, di recente ceduto ad una  compagnia assicurativa cinese, destinato forse ad interrompere la sua tradizione alberghiera…

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Dall’aria austera e commovente al tempo stesso la scoprirai nei suoi capolavori architettonici come la St. John the Divine e la Cattedrale di San Patrizio, attraente ed entusiasmante nelle esposizioni di migliaia di capolavori presenti al MET, al MOMA al Guggenheim Museum. Talvolta la vivrai come irraggiungibile e scintillante vista dall’alto del Top of The Rock o dall’Empire State Building, altre volte ti apparirà sospesa a mezz’aria tra ombre e bagliori durante una crociera nella baia alle prime luci dell’alba. Dimentica i punti di arrivo e riscopri il piacere di vivere di  orizzonti davanti al suo incredibile skyline!

Cammina, passeggia, corri, percorri e ripercorri le sue avenue, le sue street, ma ogni tanto fermati in dolce attesa di quel pensiero: è così che sovente nascono le idee, l’importante è “stay hungry, stay foolish” e lei sarà tua complice anche in questo!

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In continua evoluzione e ricercatezza nelle sue espressioni culinarie , negativo che qui si mangia male, devi solo spendere una cifra ragionevole per mangiare più che bene, dai tipici bagels dolci o salati, ripieni, vuoti o semplicemente decorati con semi di papavero o cumino, alle pratiche steakhouse, al caro e familiare Eataly di fronte al Flatiron Building, ai romantici ristorantini “di casa nostra” nel Little Italy, alla cucina gourmet del Village fino ai bistro modaioli disseminati un po’ ovunque, parola mia: non morirai di fame!

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La “città che non dorme mai” , ribattezzata “la città vissuta con la testa all’insù”, perché i grattacieli sono il suo ritratto più fedele e sembrano non finire mai se non quando arrivano a bucare il cielo, sempre attiva, proattiva e condivisa, se ci sei dentro è proprio come partecipare in prima persona ad una puntata di Sex and The City o CSI, ti coinvolge, ti completa, ti rigenera e ti ricompensa in ogni stagione, per ogni occasione. Ma New York non è solo velocità, competizione, trasgressione e mondanità. Anche qui puoi escludere la frenesia e vivere un’esperienza secondo i ritmi dettati unicamente dal tuo cuore, anche qui puoi trovare il tuo angolo “slow”.

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Il mio l’ho trovato dentro un polmone verde di 340 ettari che respira e fa respirare una metropoli di oltre 8 milioni di abitanti. Al Central Park ci arrivo su una carrozza trainata dai cavalli, come una volta facevano le aristocratiche signore newyorchesi avvolte nelle loro calde e morbide stole di ermellino. Lo cerco con affanno. Non è facile scovarlo, elegante ed ottocentesco, testimone di dichiarazioni d’amore da quasi due secoli. L’ho lasciato inghiottito dalla folta e promettente vegetazione primaverile, lo ritrovo avvolto da un soffice manto bianco. È il Bow Bridge il mio angolo slow e da qui New York non è mai stata così bella!

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