Racconti di viaggio

Esotica Phuket

 

Per molti il sogno esotico di Phuket comincia con Leonardo DiCaprio. Era il 2000 quando il divo di Hollywood recitava nel film The Beach, consegnando al grande schermo (e al mondo intero) quell’immagine di luogo paradisiaco che fece subito accorrere sull’isola tailandese miriadi di turisti in cerca di spiagge alla Robinson Crusoe e tramonti mozzafiato.

In realtà Phuket non è una destinazione da eremiti della vacanza. O almeno, non del tutto. Se a Patong, vivace città della costa occidentale, si va per le discoteche, i go-go bar, lo shopping e i locali della movida, a est il tempo sembra scorrere con un ritmo diverso. Solo che neanche lì troverete la spiaggia del bel DiCaprio: per scoprirla dovete prenotare un’escursione alle Phi Phi Islands, minuscolo arcipelago nel Mare delle Andamane a 45 minuti di motoscafo da Phuket, e puntare allo “scoglio” sabbioso di Phi Phi Leh, dove si trova la splendida Maya Beach immortalata nella pellicola. Con la fama e i turisti sono arrivati anche i primi, evidenti segni di degrado ambientale, così per proteggere pesci e coralli il Thailand’s Department of National Parks, Wildlife and Plant Conservation (DNP) ha deciso di “chiuderla” alle barche per quattro mesi all’anno. Il periodo off-limits va da giugno a settembre: a partire da ottobre il paradiso è nuovamente accessibile.

 

 

Le spiagge del divertimento (e del relax)

Patong Beach, Kata Beach (con l’isoletta gioiello di Koh Pu all’orizzonte) e Hat Karon, famosa per il tappeto di sabbia fine e morbida, potranno farvi credere che Phuket sia troppo affollata per chi è in cerca di tranquillità e riposo. Verso la costa settentrionale i farang (termine locale che indica i foreigners, gli stranieri) però sono meno numerosi, nonostante la presenza iconica del Sirinat National Park, istituito per la protezione di baie paradisiache come Nai Thon, Nai Yang, Mai Khao, e di 22 km quadrati di natura costiera. Cambiando rotta, sul litorale di sud-est le scogliere affacciate sull’oceano regalano la vista di isolette minuscole raggiungibili con i long-tail boats, le tradizionali barche-taxi dalla “coda lunga” deputate alle escursioni in mare. Poi, fra spiagge deserte e ville nascoste nella giungla, arrivano resort di lusso, templi buddisti e centri olistici come il Phuket Meditation Center, per provare l’esperienza di meditare davanti all’infinità liquida del mare.

I piaceri (speziati) del palato

Una cena “pieds dans l’eau” a queste latitudini è d’obbligo, come quella promessa (e mantenuta) da Kan Eang @Pier, nel sud dell’isola: paradiso delle aragoste, di granchi oversize e di molte specie di pesce freschissimo. Se siete amanti della tradizione, nella capitale Phuket Town non perdete Raya, semplice e suggestivo, con i piatti speziati di curry serviti all’interno di un edificio sino-portoghese. Sapori europei declinati in tutte le diverse influenze continentali, ma preparati con materia prima locale, si gustano al Bampot Kitchen & Bar di Cherngtalay. La vera “royal thai cuisine” invece trionfa al Blue Elephant: un sofisticato indirizzo gourmand nel Muang District di Phuket Town, che accanto al ristorante vanta anche una rinomata scuola di cucina (e altre tre sedi a Bangkok, Parigi e Bruxelles).

 

Gli highlights da non perdere

Non si fanno dodici ore di volo solo per appagare solo il desiderio di spiaggia e i piaceri della gola. Su quest’isola che secoli fa era un approdo sicuro per le navi in viaggio tra la Cina e l’india, si scopre la Tailandia dei mercati, delle spezie, dell’architettura sino-portoghese che incornicia Thalang Road, la storica strada di Phuket Town. Lì a due passi, il Thai Hua museo è dedicato alle tradizioni locali, dalla prima scuola cinese alle antiche cerimonie rituali. È un rito anche la visita alla colossale statua seduta del Big Buddha nei pressi di Karon, ancorato a terra da solide fondamenta in cemento armato, ma svettante verso il cielo grazie ai suoi 45 metri d’altezza (e al fatto che è costruito in cima a una collina). Dalla divinità al mare, il passo è breve. Sotto il sole dei Tropici l’acqua è un richiamo costante, ma se alla tintarella in spiaggia preferite qualcosa di più dinamico potete dedicarvi allo snorkeling, alle gite in canoa che durano poche da ore a un’intera giornata, oppure a un’escursione in barca alla volta di Phang Nga Bay, soprannominata l’isola di James Bond. Il motivo è intuibile: vi è stata girata una memorabile scena di Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro, con Roger Moore nei panni dell’agente segreto.